Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  dicembre 06 Sabato calendario

Rose Villain: «Con l’intimo più sexy mi vedo simpatica. Il corpo esibito è una forma artistica»

Rossa è la copertina di Radio Vega, il disco della trilogia celebrata con il repack (after dark) appena lanciata e rossa è la lingerie con bustier in pizzo che ha scelto per il ruolo di modella della campagna di Natale di Yamamay. «Eppure il rosso è un colore con il quale non mi sono mai confrontata, ma proprio per questo lo considero un nuovo inizio. Io sono sempre in evoluzione, con la musica e con la moda. E poi il contrasto con l’azzurro dei capelli l’ho trovato elegantemente pop, mi piace prendere decisioni un po’ bold».
Per Rose Villain – all’anagrafe Rosa Luini, nata a Milano e quasi americana perché negli States è andata giovanissima inseguendo i sogni che l’hanno portata a diventare cantautrice, rapper, imprenditrice – la musica è come un diario intimo che sente l’esigenza di scrivere per incanalare il lato dark, una vena tragica che convive con un istintivo ottimismo. Le due anime sembrano contrastanti, come quando passa dai body sensuali alle tutone».
Il nuovo album lega i frammenti delle sue anime, rabbia e malinconia, luce e oscurità, amore e distruzione. Chi è dunque Rose?
«La chiamo la mia vena blu, nostalgica, credo si tratti di quella estrema sensibilità che ti fa percepire le fatiche del mondo interno ed esterno in modo amplificato. Quando ero più giovane ne avvertivo il peso sulle spalle, ma poi quando la musica e l’arte mi hanno permesso di fare qualcosa di bello, ho capito che la malinconia e le difficoltà fanno parte della nostra vita».
Ma come si superano le «ombre dell’anima»?
«Guardando in faccia alla vita con estrema positività. In tutto quello che faccio prendo sempre la vita con il sorriso. So di essere contraddittoria, ma sono davvero positiva».
C’entra anche il matrimonio? Dal 2022 è sposata con il suo produttore Andrea Ferrara, in arte Sixpm. L’amore dà serenità?
«Sì. È l’unica cosa».
Però lei canta sempre la paura di perderlo…
«Il terrore c’è sempre e poi io sono un po’ tragica…».

Ha detto che ammira le donne che usano la moda come rottura: lei nelle foto della campagna passa dal pigiama al completo rosso sexy. Nella vita privata che cosa indossa?
«Devo ammettere che sono tanto pigiamosa. Ho una vena un po’ da maschiaccio che “vesto” con le felpone, anche se a volte mi piace sentirmi donna e sorprendermi, credo che proprio questo interessasse a Yamamay. E anche nell’intimo più sexy io non mi vedo mai volgare, perché mi conosco bene, mi vedo simpatica».
Il corpo-esibito è la tendenza, c’è chi la interpreta come una nuova forma di libertà...
«Io non ci vedo più una rivendicazione, ma solo una forma artistica».
Ma il corpo delle donne continua o no a essere discriminato?
«Certo che sì. Non c’è giorno in cui non riceva un messaggio in cui mi si dice “se non fossi una bella ragazza...”, “se non fossi nuda”, “se non avessi il seno grosso”… Il vero problema è che è stato permesso all’odio e al bullismo di essere accettati silenziosamente».
Tante le artiste testimonial di moda? Per vanità?
«Per me c’entra l’orgoglio di sapere che un brand voglia abbinare il suo immaginario al mio che sono abbastanza edgy, non sono una ragazza canonica; ho i capelli azzurri, sono particolare con un immaginario un po’ oscuro. Io lo vedo come un featuring, l’incontro tra due creatività».
La campagna è scattata in montagna dalla fotografa Britt van der Meijden. Come è nata la collaborazione?
«In modo spontaneo dopo che durante il tour al Forum i ballerini e io abbiamo indossato un body nero Yamamay perché mi piace che l’intimità della musica si rispecchi anche nell’abbigliamento. Lo shooting non è stata la cosa più semplice perché era la mia prima volta in intimo, ma mi hanno messo a mio agio lasciandomi scegliere i look».
Da bambina sognava di diventare come Britney Spears. Ora chi ammira?
«Sono una fanatica di musica e guardo tutti, però ammiro molto il percorso evolutivo che ha avuto Madonna. In più lei è andata sempre contro tutti. È stata punk e ha esplorato ogni tipo di look».
Un augurio a sé stessa?
«Che questo sia per me solo l’inizio, sia per la mia vita personale che musicale. Mi piacerebbe fare un film con i miei registi del cuore: Guadagnino, Tarantino o Sorrentino».
Parliamo di forma...
«Sono vegana, durante il Covid ho imparato a cucinare, ma anche mio marito è bravissimo. In realtà sono una donna pizza… Sono sportiva, ho fatto danza per 15 anni e ho giocato a tennis».
Ha creato anche una linea di skincare clean e vegan. Pure imprenditrice…
«Ho vissuto per 14 anni negli Stati Uniti e lì il clean beauty è molto importante. Cerco di prendermi cura del mio corpo in maniera un po’ olistica e quando sono tornata in Italia ho creato una linea che non trovavo con performance e colori particolari: ho una pelle molto sensibile e anche i prodotti di make up come il blush contiene aloe vera calmante e acido jaluronico. E poi ho una forte vena imprenditoriale, anche vedere mio padre con la sua azienda (è il fondatore di Tucano, ndr) mi ha molto stimolata».
Progetti?
«Stiamo finendo le riprese della terza stagione di Nuova Scena per Netflix e continuo a scrivere canzoni, ma dopo tre anni in cui ho girato come una trottola, vorrei dedicarmi più a me e alla mia famiglia».
Come si vede tra 10 anni?
«Magari mamma».
Lei ha avuto un nonno partigiano, ha influenzato il suo attivismo quando denuncia che le donne del pop sono sottovalutate?
«Ero legatissima a nonno Biagio Melloni, fondò le librerie Remainders dove vendeva i libri a metà prezzo perché pensava che tutti avessero il diritto di leggere. Sono stata fortunata, ho conosciuto tre nonni su quattro, persone incredibili, intellettuali. L’altra nonna era una insegnante di greco e latino ed era una poetessa. Diciamo che per me le parole sono forse l’unica vera arma che abbiamo contro il male del mondo».