Corriere della Sera, 6 dicembre 2025
Eurovision, i no contro Israele mandano in crisi il budget
La «Stella nascente» che dovrà rappresentare Israele è ancora da scegliere attraverso lo show televisivo locale. La buona stella del compromesso politico globale sembra invece per ora aver assicurato la partecipazione dello Stato ebraico all’edizione dell’Eurovision ospitata l’anno prossimo a Vienna. L’opposizione di Spagna, Irlanda, Slovenia e Olanda non è bastata a imporre l’esclusione della nazione che prende parte al concorso dal 1973 e lo ha vinto quattro volte. Saranno loro quattro a non presentare i cantanti in protesta contro i due anni di guerra a Gaza e l’uccisione di oltre 70 mila palestinesi. Il governo belga – o almeno l’emittente pubblica – ha deciso alla fine di esserci, linea compatta con Paesi come la Francia e l’Italia (la Rai ha sostenuto la partecipazione di Israele): a rischiare di spaccarsi sono le alleanze interne, i partiti della sinistra spingevano per mandare un segnale di indignazione per la devastazione causata dai bombardamenti sulla Striscia, l’offensiva era stata ordinata dopo i massacri del 7 ottobre del 2023, 1200 israeliani uccisi dai terroristi palestinesi.
Il sostegno della britannica Bbc, tra le emittenti più grandi, alla scelta di non escludere Israele presa dalla European Broadcasting Union, non copre i problemi di budget per gli organizzatori: le quattro nazioni assenti non contribuiranno alle spese delle finali che vengono trasmesse in diretta, sono l’evento non sportivo più seguito dal pubblico di tutto il mondo. «Il festival musicale – commenta proprio la Bbc – sta attraversando la crisi più grave della sua Storia». È stato creato nel 1950 poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per promuovere l’unità tra le nazioni che si erano combattute: la prima edizione si era svolta nel 1956 nella neutrale Svizzera e dai sette Paesi iniziali il festival è cresciuto fino a coinvolgerne 40. Sempre la Bbc fa notare che l’uscita della Spagna (tra i principali sponsor finanziari) e dell’Irlanda (ha vinto sette volte alla pari con la Svezia) avrà conseguenze sul futuro della manifestazione sempre più travolta dalle guerre che avrebbe voluto evitare con la diplomazia della musica. Prima del caso Israele, l’invasione russa dell’Ucraina aveva già portato la geopolitica sul palco con l’esclusione di Mosca dall’edizione del 2022, da allora la Russia ha deciso di andarsene dall’organismo internazionale.