Corriere della Sera, 6 dicembre 2025
Sarkozy teme un altro processo. A rischio anche Carla Bruni
Si preannunciano giorni intensi per Nicolas Sarkozy, il presidente emerito della Repubblica francese che ha passato venti giorni in carcere dopo la condanna per associazione a delinquere nell’affare dei finanziamenti libici. Mercoledì prossimo Sarkozy comincia una tournée nelle librerie di tutta la Francia per presentare il libro scritto in prigione, ma presto potrebbe essere raggiunto da un nuovo rinvio a giudizio per un’inchiesta secondaria che riguarda sempre i finanziamenti libici: tra i possibili imputati stavolta c’è anche la moglie, Carla Bruni-Sarkozy.
«In prigione non c’è niente da vedere e niente da fare. Dimentico il silenzio che non esiste alla Santé (il carcere, ndr), dove c’è molto da sentire. Il rumore è purtroppo costante. Ma, come nel deserto, la vita interiore si rafforza in prigione», scrive Sarkozy nel Journal d’un prisonnier, «il diario di un prigioniero» che uscirà mercoledì per la casa editrice Fayard, parte del gruppo Bolloré. Lo stesso giorno alle 15.30 il presidente emerito sarà alla libreria Lamartine, nell’arrondissement dove vive, il XVIesimo nell’Ovest di Parigi, per firmare le copie, «felice di riprendere il cammino delle strade di Francia per incontrare i miei lettori».
Nel libro racconta di avere conosciuto un risveglio della fede, e di essersi inginocchiato a pregare per la prima volta in vita sua, sul pavimento della cella.
Tra le tante personalità che avevano chiesto di fargli visita in carcere c’è stato anche Charles Kushner, ambasciatore degli Stati Uniti in Francia e consuocero del presidente Donald Trump. L’incontro poi c’è stato, ma fuori dal carcere.
Dopo la presentazione a Parigi, l’ex presidente andrà nel Sud della Francia: giovedì sarà a Marsiglia e venerdì a Mentone, dove sarà accompagnato da suo figlio Louis che è candidato sindaco nelle elezioni di marzo 2026 (e che ha appena proposto di farla finita con l’«assistenzialismo stradale» abolendo i semafori «per restituire al cittadino la piena responsabilità della guida, invece che delegarla al Codice della strada»).
Condannato in primo grado a cinque anni di carcere, Sarkozy ha presentato ricorso e sarà processato in appello dal 16 marzo al 3 giugno 2026. Ma presto potrebbe aprirsi l’ennesimo procedimento a suo carico, perché il capo della procura nazionale finanziaria, Jean-François Bohnert, ha detto ai microfoni di France Info che nell’indagine sul caso Takieddine «stiamo mettendo a punto la requisitoria definitiva, e l’orientamento attuale è quello di andare a processo».
Il più celebre accusatore di Sarkozy nell’affare dei finanziamenti libici a partire dal 2012, e per anni, è stato l’intermediario libanese Ziad Takieddine. Poi, all’improvviso, nel novembre 2020, Takieddine ha ritrattato tutto con un’intervista sulla rete Bfm e un articolo su Paris Match, prima di cambiare di nuovo idea due mesi dopo. Secondo l’inchiesta potrebbe avere ricevuto almeno 600 mila euro per abbandonare le accuse, e in quell’operazione, soprannominata «Salvare Sarko», sarebbero coinvolte anche Mimi Marchand, regina della stampa popolare, e l’ex première dame Carla Bruni-Sarkozy.