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 2025  dicembre 06 Sabato calendario

Antisemitismo, è scontro sulla legge. La comunità ebraica: non fermatela

Prima la polemica politica, soprattutto all’interno del Pd. Scoppiata in ritardo, dopo che il ddl contro l’antisemitismo di Graziano Delrio era già pronto. Quindi lo scontro tra «professori», anche quello con la miccia lunga, evidentemente. Perché tre giorni dopo l’appello del 2 dicembre dei docenti delle università italiane che sosteneva il ddl Delrio, è giunto l’anti-appello di Roberto Saviano, Gad Lerner, Roberto Della Seta, Anna Foa, Carlo Ginzburg e altri (gli stessi che avevano approvato come «legittima» nell’agosto scorso la definizione di «genocidio» riferendosi all’azione del governo israeliano).
«Si finisce per equiparare qualsiasi critica politica a Israele all’antisemitismo. È questo il presupposto che accomuna i quattro disegni di legge in esame: Romeo (Lega), Scalfarotto (Iv), Delrio e altri (Pd), Gasparri (FI). Queste iniziative banalizzano l’antisemitismo», è il monito di questo gruppo di intellettuali. A un’iniziativa del genere non poteva mancare l’appoggio di Francesca Albanese: «Criminalizzare o punire la critica, anche dura a Israele, è incompatibile con il diritto internazionale e con il nostro mandato», tuona la relatrice speciale Onu sui Territori palestinesi, al centro di polemiche negli ultimi giorni (sulla cittadinanza onoraria il sindaco di Bologna Lepore ieri ha incontrato il gruppo del Pd in Consiglio e ha ribadito che «la revoca non è un’opzione»; a Firenze invece la soluzione potrebbe essere un’iniziativa pubblica con Albanese ma senza cittadinanza onoraria).
Di fronte all’inasprirsi del dibattito la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni lancia un grido d’allarme: «Il nostro auspicio è che si giunga a un testo ben ragionato e in tempi rapidissimi in vista del 27 gennaio, boicottare il percorso parlamentare equivale a porsi al servizio di chi continua a favorire l’odio antisemita».
Anche la politica è in fermento. Calenda annuncia che firmerà il provvedimento di Delrio. Casini si dice pronto a sottoscrivere altre 100 volte il ddl: «Proprio chi, come molti di noi, è fortemente critico verso la politica irresponsabile del governo Netanyahu, ha il dovere di mettere paletti chiari e netti contro una deriva di antisemitismo che solo chi non vuol vedere non vede». A Casini replica Bonelli: «Non vi è dubbio che bisogna contrastare ogni forma di antisemitismo ma ciò non significa accettare dispositivi normativi che rischiano di trasformarsi in strumenti di censura politica. Io che ho criticato le politiche genocidiarie di Netanyahu sono stato accusato di essere antisemita e complice di Hamas».
Il Pd, in difficoltà, sposa la linea Boccia: nessun provvedimento contro l’antisemitismo. Per il capogruppo dem è «evidente quanto sia sbagliato, oggi più che mai, introdurre testi che rischiano di diventare bandierine identitarie, invece che strumenti per unire». E ancora, tanto per chiarire la linea ufficiale dei dem: «La Commissione indipendente dell’Onu ha parlato apertamente di atti di genocidio. Di fronte a questa realtà il Pd ha scelto la strada della verità e della giustizia internazionale». Replica Malpezzi: «Se qualcuno nel nostro Paese non si sente libero di professare la propria religione c’è un problema di democrazia». Accusa Verini: «Pezzi del Pd civettano con chi sta con Hamas».