Avvenire, 5 dicembre 2025
Resta cruciale raddoppiare gli investimenti in infrastrutture
L’Africa potrebbe raddoppiare il proprio Pil entro il 2040 se gli investimenti annuali in infrastrutture raggiungessero i 155 miliardi di dollari, secondo uno studio di Ocse–Commissione dell’Unione Africana.
Tra il 2016 e il 2020 la spesa media è stata di 83 miliardi l’anno, pari al 3% del Pil continentale. Portare questa quota al 5,6% nel 2024 significherebbe accelerare la crescita di 4,5 punti percentuali annui, superando l’obiettivo dell’Agenda 2063 dell’UA di un incremento del 7% e più che raddoppiando il PIL entro il 2040.
Alcuni Paesi, come Comore, Lesotho, Tanzania e Zambia, già investono oltre il 5% del PIL, avvicinandosi ai livelli di Cina (6,7%) e Vietnam (5,1%). I governi, responsabili del 41% della spesa infrastrutturale, restano attori cruciali, ma vincoli fiscali e debito crescente limitano la capacità di investimento: tra il 2019 e il 2023, infatti, hanno destinato in media sette volte più risorse al servizio del debito che alle infrastrutture.
A sostenere lo sviluppo intervengono anche partner bilaterali e multilaterali, che finanziano il 48% degli investimenti. Il finanziamento ufficiale per le infrastrutture è salito da 10 miliardi di dollari nel 2010 a quasi 15 miliardi nel 2023, mentre i fondi erogati dalle banche di sviluppo sono passati da 4,2 a 8,2 miliardi nello stesso periodo.
Tuttavia, il futuro appare incerto: l’assistenza ufficiale allo sviluppo potrebbe calare del 17% nel 2025, dopo un -9% nel 2024. I Paesi meno sviluppati dell’Africa sub-sahariana rischiano di essere i più colpiti, con riduzioni stimate tra il 16% e il 28%, minacciando la capacità del continente di colmare il divario infrastrutturale e sostenere una crescita inclusiva.