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 2025  dicembre 05 Venerdì calendario

Accordo governo-banche. Dagli istituti contributo in base alle capienze fiscali

«Sì credo di sì, adesso si tratta di scriverla però, e si sa che non è facile passare dall’accordo alla scrittura». Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della riunione in commissione Bilancio al Senato sulla Manovra, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse chiusa l’interlocuzione con banche e assicurazioni. L’accordo era di fatto raggiunto l’1 dicembre, dopo riunioni-fiume fra il Mef e l’Abi. Il contributo si attesta a 10,2 miliardi di cui 6 miliardi di prelievi definitivi e 4,2 di misure di liquidità a fronte di una legge di bilancio 2026 di 18 miliardi. L’impatto della manovra sul mondo bancario, per la parte riguardante la minore deducibilità di una decina di punti della percentuale di perdite pregresse rispetto ai dati della bozza della legge presentata in Parlamento si riferisce a due anni, come voluto dal Tesoro, e non tre anni, per un importo complessivo di 600 milioni. Il testo originario parlava del 45% nel 2026 e del 54% nel 2027.
Due giorni fa, questo impianto avrebbe avuto una condivisione da parte del Comitato di presidenza dell’Abi, presieduto da Antonio Patuelli dove non tutti gli istituti erano rappresentati, anche se il presidente e il dg Marco Elio Rottigni, avevano raccolto il giudizio di sostegno dagli assenti. Ora il via libera definitivo è atteso dal prossimo comitato esecutivo del 2025, in calendario mercoledì 17. D’altro canto, i banchieri devono accettare obtorto collo le modifiche introdotte, dopo aver concordato una manovra da 9,5 miliardi il 21 ottobre, che aveva riaperto il negoziato, dopo che lo scorso anno fu pattuito un accordo biennale 2025-26. È stato sventato il rischio di alzare nuovamente le tasse: con la Lega che in campagna elettorale per le regionali, soffiava sul fuoco di scaricare su chi guadagna miliardi su miliardi un prelievo per aumentare gli stipendi ai militari. Sul tavolo era finito l’inasprimento Irap dal 2% al 2,5% in più. Così come è stato sventato l’aumento dell’affrancamento delle riserve indisponibili, legate agli extraprofitti del 2023.
Tornando al testo finale della Manovra sulle banche, gli effetti del recupero delle perdite non portate in deduzione in questi anni, sarà differenziato da banca a banca. Anche in termini temporali, gli effetti dipendono da quando l’intermediario, avrà la possibilità di assorbire fiscalmente tali perdite disponendo di capienza fiscale. Le perdite in questione si riferiscono a quelle generate negli anni in cui accumulavano sofferenze su crediti a causa di tassi bassi. Quindi è l’arco temporale dal 2015 al 2017, quando c’era anche una bassa redditività.
La tranche da 6 miliardi di prelievi comprende l’Irap in crescita del 2%, lo smobilizzo delle risorse dalla riserva non disponibile, la deducibilità degli interessi passivi, scaglionati negli anni, la deducibilità delle svalutazioni crediti in cinque anni. In più vanno aggiunti 4,2 miliardi sotto forma di anticipazione di liquidità.
«Forza Italia sta ottenendo successi sulla tutela della prima casa, tassa resterà al 21%, sulla tassa alle imprese che sarà corretta per evitare doppie e triple tassazioni sulle partecipazioni azionarie e anche per quanto riguarda banche e assicurazioni, che devono dare soldi allo Stato ma in una misura equa». Lo ha detto il presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri durante il convegno, da lui promosso Lo strapotere delle big tech – Editori responsabili e giganti sregolati’, nella sala Koch del Senato.