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 2025  dicembre 05 Venerdì calendario

Due leoni bianchi nati in Venezuela: la specie rara e quella mutazione recessiva che li rende speciali

Due cuccioli di leone bianco, specie rarissima, hanno visto la luce allo zoo di Maracay Delicias, in Venezuela. Si tratta di un evento eccezionale. I piccoli fanno parte della progenie derivata dalla riserva di Timbavati, adiacente al parco nazionale Kruger, in Sudafrica, dove sopravvive una delle creature più enigmatiche e rare del continente: il leone bianco, appunto. Si tratta di una variante genetica della specie africana, resa unica da una mutazione recessiva che dona al mantello una tonalità bianco-crema, diversa dall’albinismo e così rara da destare la curiosità di chiunque incontri questi animali.
La caratteristica di questi esemplari è dovuta a una combinazione di fattori fisici che è stata scoperta in un’area geografica limitata e minacciata dalla pressione antropica ma ancora ecologicamente incontaminata: il parco Kruger. Il leone bianco, diverso da quello albino anche per la colorazione dei suoi occhi, che non è rossa – tipica degli animali albini – ma uguale a quella dei suoi simili non bianchi, generalmente azzurra, è stato avvistato per la prima volta negli anni Settanta.
Oggi considerati dalle comunità locali un simbolo culturale e spirituale, dopo la loro scoperta, la comunità scientifica, incuriosita da questa rarità assoluta, decise di prelevare i leoni bianchi dalla savana e spostarli negli zoo sudafricani di Pretoria e Johannesburg per un programma di allevamento selettivo che al termine li avrebbe destinati a zoo e circhi, dove tutt’oggi si trovano.
La loro bellezza e rarità, a discapito della propria salvezza, ha da sempre attratto cacciatori e indigeni, che considerano questi animali messaggeri degli dei.
La mancanza di recinzioni tra la riserva di Timbavati e il parco Kruger, considerato la più grande riserva naturale del Sudafrica, consente la libera circolazione della fauna selvatica in un’area di circa 19.600 km quadrati (grande più o meno come la Puglia). Oltre ai leoni, nel parco si trovano bufali, leopardi, rinoceronti (sia neri che bianchi), zebre di Burchell, ghepardi, licaoni, giraffe, kudu, ippopotami, impala, molte specie di antilopi, iene, facoceri, gnu e 12.000 elefanti.
Nell’ultimo ventennio, quest’area ha sofferto di un’eccessiva crescita della popolazione degli elefanti, che crea non pochi problemi all’ecosistema e dal 1989 vengono sistematicamente venduti ad altre riserve. Dal 1995 in poi gli esperti hanno iniziato anche un programma di contraccezione.
Oggi qui non mancano anche 120 specie di rettili (tra cui circa 5000 coccodrilli), serpenti (come il temutissimo mamba nero), 52 specie di pesci, 35 di anfibi e oltre 500 diverse razze di uccelli.
La riserva di Timbavati è diventata famosa in seguito alla scoperta, nell’ottobre del 1975, di una cucciolata di leoni bianchi. A fotografarli per primo è stato il naturalista Chris McBride, che ne ha documentato la vita anche in un libro dal titolo «I bianchi leoni di Timbavati».
Temba, Tombi e Phuma sono stati i primi tre esemplari scoperti e nella sua opera McBride illustra con straordinarie foto a colori come non si tratti di animali colpiti da albinismo ma i cui comportamenti siano in tutto e per tutto uguali a quelli degli altri componenti del branco.
Oggi, nonostante i programmi di conservazione e riproduzione in cattività, gli esemplari in libertà si contano sulle dita di una mano. La nascita dei due cuccioli in Venezuela è, dunque, da considerarsi un regalo della natura che non smette mai di sorprenderci