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 2025  dicembre 05 Venerdì calendario

La partita per Riello, il mito delle caldaie che piace ai cinesi. In corsa c’è Ariston

Quando si dice caldaie, in Italia si pensa a Riello. Una storia industriale tutta italiana, di caldaie, bruciatori, riscaldamento in quel distretto economico cresciuto a Legnago, in provincia di Verona. Un mondo, quello della temperatura che in questi anni ha visto crescere la competizione, con l’aumento degli investimenti necessari, soprattutto per le nuove tecnologie, la sensoristica, l’internet delle cose. Per avere un’idea, il gruppo Ariston ha previsto investimenti pari a 500 milioni per il periodo 2022-2028 nella sola Italia. La storia di Riello è cresciuta nel 2005 con l’acquisizione di Beretta, che ha a Lecco il suo pensatoio di innovazione, uno dei più avanzati. Una di quelle storie italiane d’impresa che a un certo punto cambia direzione, venne acquisita dal gigante americano United Technologies Corporation diventato poi Carrier International. Che però dopo l’acquisizione della tedesca Viessmann ha avviato il percorso di vendita. Il termine per le offerte vincolanti sarebbe collocato intorno alla metà di dicembre e il ministero delle Imprese e del made in Italy ha già fissato per il 18 dicembre un incontro per capire il destino del gruppo. I sindacati hanno già manifestato la loro preoccupazione.
Il gruppo fattura intorno ai 430 milioni, in calo circa 200 milioni rispetto al 2015. Conserva margini di redditività ma molto dipenderà dall’esito di questa gara. Una storia cominciata nel 1922 da Pilade Riello e che ora sta per attraversare un altro passaggio decisivo. Nei giorni scorsi il «Sole24 ore» ha riportato che sono sei le offerte arrivate sul tavolo dell’advisor Bank of America. Segno che la tecnologia e la rete di cui dispone Riello rappresentano un punto d’interesse, sia per i giganti cinesi, da Haier a Midea che contano su una massa di fatturato che viaggia intorno ai 20 miliardi sul solo settore Hvac, sia per i gruppi italiani, interessati a consolidare la propria presenza in un settore sempre più competitivo e in trasformazione sia per le questioni energetiche che per quelle legate alla transizione ambientale. Nell’elenco ci sono Ariston, il gruppo guidato da Paolo Merloni, e Ferroli, che fa capo al fondo d’investimento Attestor.
Una partita molto più centrale di quanto possa apparire. Il motivo? Certamente la storia di Riello, ma anche il ruolo che la manifattura italiana deve giocare sullo scacchiere internazionale. Il modo nel quale può rafforzarsi per essere sempre più competitiva. Quello dei bruciatori e delle caldaie commerciali e di processo, due segmenti centrali di Riello, per ragioni tecnologiche e per tutta l’evoluzione dell’internet delle cose, è anche un settore strategico, per il ruolo che ha dall’agricoltura alla farmaceutica e alla difesa, oltre che all’industria e alle abitazioni. Dunque rientra anche sotto le regole del golden power, i poteri speciale che il governo può esercitare per garantire che la cessione non indebolisca l’industria. Molto dipenderà dalla natura delle offerte, naturalmente. Ma la partita in gioco è più rilevante, e potrebbe essere l’occasione per rafforzare un settore nel quale l’Italia ha sempre giocato in prima fila.