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 2025  dicembre 05 Venerdì calendario

Da operaio a domestico, i nuovi robot umanoidi destinati a ruoli «sociali»

C’è l’italiano H.E.R.O che promette di svolgere le attività più pericolose nei cantieri stradali. Figure 02 invece lavora alla catena di montaggio della Bmw, ma potrebbe presto aiutarci a svuotare la lavastoviglie e a piegare i vestiti. iCub, il robot bambino dell’Istituto Italiano di Tecnologia, è progettato per tenere compagnia e assistere le persone. Quello che fino a poco tempo fa era considerato fantascienza sta diventando oggi una realtà in costruzione, grazie anche agli enormi sviluppi dell’intelligenza artificiale e a sensori sempre più sofisticati. La robotica umanoide sta compiendo passi da gigante verso un’integrazione reale in contesti lavorativi, industriali e sociali con l’obiettivo di aumentare la sicurezza, ridurre la fatica e colmare carenze di manodopera. Il settore è in rapida espansione, basti pensare alle numerose esposizioni internazionali dedicate alla robotica come iRex in corso a Tokyo. Secondo una stima di Bank of America i robot umanoidi inizieranno a diffondersi su grande scala per uso commerciale già nel 2028.
H.E.R.O. è il robot umanoide appena presentato da Edil San Felice in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli capace di lavorare nei cantieri stradali. Non intende sostituire gli operai, ma affiancarli nelle mansioni più rischiose: posizionare coni e segnaletica, spostarsi lungo la carreggiata, monitorare l’area di lavoro. L’obiettivo è ridurre gli infortuni sul lavoro in un settore dove incidenti e morti sono ancora tragicamente frequenti. Per il momento H.E.R.O. è un prototipo: le versioni test viste finora sono alte circa 1.30 metri, pesano 35 chili e possono sollevare sei chili di materiali, con un’autonomia di circa due ore. Il robot «definitivo» pensato per un impiego reale sarà alto circa 1.80 metri e dovrebbe avere un’autonomia di circa sei ore. Ad oggi il codice della strada in Italia prevede che le operazioni di installazione nei cantieri debbano essere realizzate da operai umani, perciò servirà una deroga al regolamento.
La tendenza non riguarda solo i cantieri. Nelle fabbriche la robotica umanoide è già una realtà. Figure 02, l’umanoide testato nello stabilimento Bmw di Spartanburg, in South Carolina, ha lavorato fianco a fianco con gli operai movimentando lamiere e componenti come farebbe un collega umano. Dopo sei mesi di lavoro, con turni logoranti di dieci ore al giorno, il robot ha mostrato importanti segni di usura, con ginocchia sbucciate e mani callose, simili a quelle degli operai che svolgono compiti ripetitivi. Anche nella logistica, nelle catene di montaggio leggere e nei magazzini sta prendendo piede questa logica. Amazon sta collaborando con Agility Robotics per testare il suo robot bipede, pensato per spostare, afferrare e movimentare oggetti nei magazzini.
La stessa tecnologia che permette a un robot di lavorare in fabbrica sta ora trovando nuove applicazioni con Figure 03 impegnato in lavori domestici. Il robot umanoide di terza generazione è alto 1.68 metri, pesa 60 chili ed è in grado di sollevare un carico fino a 20 chili. Per ora è un prototipo ma è pensato per operare in autonomia in ambiente domestico e svolgere attività quotidiane, dal bucato al lavaggio delle stoviglie.
L’ultima frontiera, quella che abbiamo immaginato grazie ai romanzi e ai film di fantascienza, sono i «robot sociali» che puntano a entrare nelle nostre case, negli ospedali o in Rsa e diventare così interfacce empatiche per la cura della persona. iCub, costruito dall’Istituto Italiano di Tecnologie di Genova, è alto poco più di un metro, pesa 22 chili e ha l’aspetto di un bambino: muove oggetti, può sbattere le palpebre e sa simulare emozioni come sorpresa e gioia. Questa sua versatilità lo rende uno dei robot umanoidi più utilizzati al mondo nella robotica cognitiva. Alcuni progetti lo utilizzano anche in ambito terapeutico ed è stato sperimentato per interagire con bambini autistici. Pepper, sviluppato dall’Università di Genova (si muove con cingolato), è invece al servizio degli ospedali: fa compagnia a bimbi e anziani ed è entrato nei trial clinici italiani.