Corriere della Sera, 5 dicembre 2025
«Gli Usa potrebbero tradire». L’avvertimento (in privato) di Macron al leader di Kiev
«C’è la possibilità che gli Stati Uniti tradiscano l’Ucraina», avrebbe detto Emmanuel Macron durante la conference call di lunedì con Zelensky e altri leader europei. Una preoccupazione in fondo diffusa, e da tempo. La novità sta nella formulazione, nel chiamare le cose con il loro nome e pronunciare quindi la parola proibita: «tradimento» significa giudicare e condannare le scelte dell’America.
Quando Volodymyr Zelensky è tornato a Parigi per la decima volta dall’inizio della guerra, lo scorso lunedì, il clima all’Eliseo era, in effetti, Ucraina ed Europa da una parte, Russia e Stati Uniti dall’altra, nonostante le esibite premure verso Trump e gli sforzi di alcuni europei, in particolare della premier italiana Giorgia Meloni, di fare da ponte tra le due sponde dell’Atlantico.
Le frasi della telefonata tra europei rivelate ieri dal giornale tedesco Der Spiegel mostrano che una spaccatura esiste, ed è ormai tanto profonda che alcuni leader in privato la esplicitano senza remore. «C’è la possibilità che gli Stati Uniti tradiscano l’Ucraina sulla questione del territorio senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza», avrebbe detto per la precisione Macron, secondo la trascrizione in inglese della chiamata ottenuta dallo Spiegel. «Un grosso pericolo» per Zelensky, avrebbe aggiunto il presidente francese. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz avrebbe messo da parte i toni diplomatici per dire a Zelensky di «stare molto attento». A proposito dei due negoziatori americani inviati a Mosca, Steve Witkoff e il cognato di Trump, Jared Kushner, Merz avrebbe detto a Zelensky che «si stanno prendendo gioco di te e di noi».
Nonostante un rapporto personale con Trump coltivato con il golf, anche il finlandese Alexander Stubb avrebbe sottolineato che «non possiamo lasciare l’Ucraina e Volodymyr da soli con questi individui» e il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in pubblico pieno di riguardi per il presidente americano, ha aggiunto che «dobbiamo proteggere Volodymyr».
Niente di sorprendente se non l’uso di certe parole, e infatti l’Eliseo ha smentito che Macron abbia mai parlato di tradimento, mentre gli uffici delle altre capitali hanno preferito non commentare. Lo Spiegel ha confermato la trascrizione, dicendo che due partecipanti hanno confermato la sua accuratezza.
Mentre Macron è in Cina in visita di Stato per chiedere al presidente Xi Jinping di allentare il sostegno alla Russia e di aiutare a trovare un cessate il fuoco in Ucraina, Merz è intervenuto ieri sulla questione degli asset russi congelati a Bruxelles, con una lettera pubblicata sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung nella quale esorta a non sottostare alle pretese di Trump e all’idea di finanziare progetti di ricostruzione guidati dagli Usa.
«Non possiamo lasciare che siano Stati non europei a decidere cosa accade alle risorse finanziarie di un Paese aggressore che sono state legittimamente congelate nell’ambito della nostra giurisdizione e nella nostra stessa valuta. Le decisioni che prendiamo ora plasmeranno il futuro dell’Europa – scrive Merz —. La Commissione europea ha presentato la sua proposta concreta per mobilitare oltre 165 miliardi di euro in finanziamenti aggiuntivi per l’Ucraina. Questi fondi sarebbero sufficienti a coprire i bisogni finanziari e militari dell’Ucraina almeno per i prossimi due anni. È quindi nel nostro potere non solo rafforzare l’Ucraina, ma anche inviare a Mosca un segnale inequivocabile che proseguire questa guerra di aggressione è inutile. Non si tratta di un segnale per prolungare il conflitto, ma di un segnale per porvi fine».