il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2025
Controllate i pm: Crosetto chiede gli ispettori in procura a Roma
In principio è toccato a Francesco Lo Voi, il procuratore di Roma finito al centro di un esposto del Dis (il Dipartimento che coordina i Servizi segreti) per aver depositato in un’indagine un documento “riservato” redatto dall’Aisi, gli 007. Ma quello di voler mettere nel mirino l’operato dei magistrati sembra diventato ormai un metodo di governo. Stavolta l’esposto è del ministro della Difesa Guido Crosetto, che però ha agito con modalità differenti: nella sua denuncia infatti non addita alcun magistrato ma chiede al ministero della Giustizia di mandare un’ispezione in procura a Roma, dopo la pubblicazione di alcuni articoli su Sogei, la partecipata al 100% del Mef. L’ispettorato ha poi spedito l’esposto ai pm di Perugia, dove è stato aperto un fascicolo contro ignoti per rivelazione di segreto d’ufficio, destinato all’archiviazione.
La denuncia – mandata da Crosetto anche al Csm – è del 2 aprile 2025. Il ministro fa riferimento a articoli pubblicati daDomani a marzo 2025 sulla vicenda che riguardava Sogei e Deas. Parliamo, in questo caso, della società di cybersecurity di cui è proprietaria Stefania Ranzato, che era finita indagata per tentato peculato insieme all’Ad di Sogei, Cristiano Cannarsa. Ad esempio in un articolo si fa riferimento a quanto riferito ai pm da Paolino Iorio (ex dg di Sogei, ha patteggiato 3 anni per corruzione): “Credo che Cannarsa – dice il 10 dicembre 2024 – stesse dando una mano alla Deas (facendogli aumentare il fatturato grazie ai contratti con Sogei) per farla acquisire da Maticmind (di Saladino) o da altri”. Saladino, amico di Crosetto e in passato suo locatore, era presidente di Maticmind, che però non ha mai acquistato Deas. La versione di Iorio, inoltre, è stata smentita dai soggetti citati.
A ogni modo, per Crosetto (del tutto estraneo all’inchiesta) c’è stata una “fuga di notizie” che “merita approfondimento anche in ordine ai rapporti intercorsi ed intercorrenti tra la Procura e le attività giornalistiche…”. Per questo chiede al ministero della Giustizia di “procedere a ispezione negli Uffici della procura interessanti all’indagine…” e poi, in caso, di emettere sanzioni o trasmettere gli atti in Procura.
Il caso viene discusso anche davanti alla I commissione del Csm che convoca Raffaele Cantone per il 24 novembre. Il procuratore di Perugia spiega, dopo aver chiesto chiarimenti ai colleghi di Roma, che gli atti citati negli articoli erano parte di un procedimento definito con patteggiamento oppure riguardavano un’intercettazione finita in un decreto di perquisizione. Dunque non si tratta di atti segreti, tanto che il fascicolo perugino verrà archiviato. E la I commissione del Csm “ritenuti non riscontrati fatti imputabili a magistrati di Roma” tali da “giustificare l’apertura di un procedimento di trasferimento d’ufficio” propone al Plenum di archiviare il procedimento. E così avviene ieri, all’unanimità. Non è andata proprio come chiedeva Crosetto.