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 2025  dicembre 04 Giovedì calendario

Inchiesta sul clan Licciardi, la truffa degli hacker di camorra: bollette della luce gonfiate online

Un addebito di 8 euro e 60 centesimi inserito illegalmente e per via telematica nelle bollette della luce di milioni di italiani: è una storia di hacker e camorra, quella che viene fuori dalle carte dell’inchiesta sul clan Licciardi condotta dai carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Una truffa che nella primavera del 2023 avrebbe consentito, se andata a buon fine, a esponenti della cosca di Secondigliano e del gruppo Russo di Nola di spartirsi almeno due milioni e mezzo di euro: soldi provenienti da quelle bollette gonfiate e destinati a confluire su conti correnti collegati a pannelli fotovoltaici.
Su questo affare, ricostruito nelle intercettazioni, indagano ora le pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Maria Sepe che con il procuratore aggiunto Sergio Amato coordinano gli investigatori del comando provinciale dell’Arma. Ideatore e promotore della truffa, un pregiudicato di 49 anni di San Paolo Belsito che avrebbe uffici in Russia e rapporti con hacker in Ucraina e Romania, secondo quanto afferma in un colloquio intercettato uno degli indagati, Salvatore Sapio, soprannominato ‘o serpente, ritenuto uno dei fedelissimi del reggente del clan Licciardi Paolo Abbatiello. «Hanno messo nelle bollette...una voce...di spese...totali...di 8,60 euro a persona...hanno caricato questi soldi di nascosto», sostiene Sapio riferendosi al 59enne di San Paolo Belsito. E aggiunge: «Questo deve far sparire i soldi...è tutto un sistema studiato perché questo...tiene gli uffici in Russia, con gli hacker russi...in Ucraina...in Romania». L’uomo avrebbe acquistato un terreno nel territorio di Battipaglia dove aveva installato pannelli fotovoltaici con l’obiettivo di far transitare le somme in società costituite ad hoc. «Questi soldi vengono caricati sopra il conto di questi pannelli...è tutto un sistema studiato». Nelle intercettazioni si parla di accessi sulle bollette di milioni di utenti e di società di comodo costituite con clochard utilizzati come prestanome.
Il progetto era ambizioso, anche perché difficilmente gli utenti si sarebbero resi conto della maggiorazione per un importo minimo. Ma l’affare, è la ricostruzione degli inquirenti, non si sarebbe perfezionato perché, ad aprile 2023, il suo promotore ebbe un incidente stradale che mandò all’aria i programmi dei malavitosi. Un intoppo che avrà delle conseguenze, come emerge da un’altra indagine del pool anticamorra, condotta dai pm Henry John Woodcock e Giulio Vanacore, dove il 59enne figura come vittima del tentativo di estorsione contestato tra gli altri ad Abbatiello, Sapio e ad alcuni esponenti del gruppo Russo di Nola che reclamavano i 2,5 milioni di euro della truffa sulle bollette gonfiate dell’energia elettrica ai danni degli ignari contribuenti.
Gli elementi contenuti nelle intercettazioni sono ora all’esame dei magistrati che vogliono approfondire gli spunti su quella che viene descritta come una vera e propria maxitruffa. L’inchiesta ha delineato lo scenario di una camorra che si impone sul territorio anche attraverso la riscossione violenta di crediti reclamati da imprenditori attivi nel cuore della città che si rivolgono al clan per rientrare in possesso di somme di denaro, finendì così di fatto nella rete dell’organizzazione criminale. Al tempo stesso, l’Alleanza di Secondigliano e i suoi alleati sono pienamente coinvolti nel business delle truffe telematiche, sia con l’imposizione del “pizzo” sia, come nel caso delle bollette gonfiate, entrando direttamente nel giro. È la camorra 4.0: i soldi sono il filo conduttore, la nuova frontiera sono gli hacker.