la Repubblica, 4 dicembre 2025
Agenti anti immigrazione negli stadi e visti blindati: negli Usa mondiali di calcio da regime
Retate degli agenti dell’immigrazione negli stadi dei mondiali di calcio durante le partite, per arrestare e deportare gli illegali. Niente visti per i tifosi di Paesi come Iran e Haiti. E, ancora, il rischio di espulsione per chi arriva legalmente negli Stati Uniti, ma per qualche ragione non è benvenuto, magari per messaggi critici pubblicati sui social o registrati sul telefonino.
Andrew Giuliani, figlio dell’ex sindaco di New York e capo della task force della Casa Bianca per la Fifa World Cup 2026, aveva l’intenzione di mostrare l’efficienza e l’accoglienza americana quando ieri ha tenuto un briefing con i giornalisti internazionali per parlare dell’organizzazione dei prossimi Mondiali, alla vigilia del sorteggio dei gironi che avverrà domani al Kennedy Center di Washington. L’effetto ottenuto però è stato quasi l’opposto, perché non ha potuto escludere alcuna di queste minacciose prospettive, che rischiano di trasformare la più grande competizione sportiva nella storia dell’umanità in uno scontro politico di dimensioni globali.
Giuliani ha cominciato con le buone notizie, a partire dal fatto che «il tempo medio di attesa per ottenere un visto dall’80% dei Paesi è stato ridotto a due mesi, e continuiamo a lavorare per abbassarlo». Alcune nazioni poi saranno ammesse al programma “Visa Waiver”, che consentirà di evitare la trafila burocratica. Giuliani non ha citato l’Italia nell’elenco, ma «questo dipende dal fatto che non si è ancora qualificata. Spero ci riesca – ha detto a Repubblica – perché ho sangue italiano, e se ce la fa verrà ammessa al Visa Waiver”».
Da quel momento in poi, però, le domande dei giornalisti di mezzo mondo si sono concentrare sull’elefante nella stanza dei Mondiali, ossia la sicurezza, e soprattutto come le draconiane politiche dell’amministrazione Trump sull’immigrazione potranno essere conciliate con un evento sportivo che ha l’obiettivo e l’ambizione di essere globale, aperto all’accoglienza e allo scambio fra le culture. Gran parte dei tifosi di calcio negli Stati Uniti sono latino-americani, quindi il timore è che gli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement approfittino delle partite per condurre raid a caccia di illegali da arrestare e deportare. Potete escludere – è stata la domanda – che avvengano negli stadi? «Faremo quanto sarà necessario per garantire il rispetto della legge», ha risposto Giuliani.
Proprio ieri l’amministrazione Trump ha varato un nuovo bando per gli arrivi da 19 Paesi, inclusi Iran e Haiti che giocheranno ai Mondiali. «I visti – ha spiegato Giuliani – verranno concessi ai membri delle squadre e ai loro famigliari, valutandoli caso per caso». I tifosi dovranno accontentarsi di guardare le partite in tv, perché la politica nel loro caso viene prima dei valori sportivi.
Siccome poi negli ultimi mesi è capitato che persone arrivate legalmente negli Stati Uniti siano state cacciate perché avevano messaggi sgraditi sul telefono, abbiamo chiesto se esiste questo rischio. La risposta di Giuliani è stata la stessa: «Ogni visto o ingresso è una questione di sicurezza nazionale e come tali verrà trattata». Logico, dal punto di vista dell’amministrazione Trump; meno da quello di una competizione comunque legata allo spirito sportivo, se non olimpico. Così si prepara il terreno per un Mondiale rovente.