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 2025  dicembre 04 Giovedì calendario

Schiscetta: portare il pranzo in ufficio fa risparmiare fino a 3630 euro all’anno. Da Milano a Vibo Valentia, le differenze tra nord e sud

Portarsi il pranzo da casa non è più solo una scelta salutista o una questione di abitudini: oggi è una strategia di risparmio. Stando a un’indagine di «Bravo», fintech specializzata nella gestione del debito, preparare la schiscetta consente un risparmio medio di 263 euro al mese, pari a 3.200 euro l’anno. Una cifra che, tradotta in busta paga, equivale quasi a due stipendi in più. Un dato destinato a pesare ancora di più in un periodo in cui la pausa pranzo tende ad assorbire una quota crescente del salario: in alcune città, pranzare fuori costa oltre il 20 per cento del reddito lordo mensile.
Un piatto di pasta, una bottiglietta d’acqua e un caffè costano in media 16 euro al nord e 13 euro al sud. A casa gli stessi ingredienti non arrivano neppure a 2 euro, 1,7 euro per la precisione stando all’analisi di Bravo. È questo divario a trasformare la schiscetta in un alleato del portafoglio. Il prezzo della ristorazione continua a salire – complici inflazione, costi energetici e materie prime – mentre gli stipendi restano fermi, creando uno squilibrio che spinge sempre più lavoratori a portarsi il pranzo da casa.
Le sorprese arrivano dal nord. Le città dove si risparmia di più in valore assoluto sono Milano e Monza: qui la schiscetta permette di evitare fino a 3.630 euro l’anno di spesa. Significativo il caso di Milano, dove la retribuzione lorda supera i 2.780 euro mensili, ma il costo dei pranzi fuori è talmente elevato da assorbire comunque una porzione consistente dello stipendio. Subito dietro, altre città ad alto reddito e costo della vita: Parma, Modena, Bologna. L’asse del risparmio, insomma, corre lungo il Nord Italia.
Il quadro si ribalta quando si guarda al risparmio in percentuale sul reddito. Nel Mezzogiorno, dove gli stipendi sono più bassi, il pranzo fuori pesa molto di più sul bilancio familiare. Anche se la spesa media è inferiore rispetto al Nord, l’incidenza sullo stipendio è maggiore. La classifica parla chiaro: Vibo Valentia è la città italiana in cui la schiscetta ha un impatto maggiore. Chi la porta da casa risparmia fino al 22,3 per cento della retribuzione mensile lorda. Seguono Grosseto (21,5 per cento) e Imperia (21 per cento). A Milano, nonostante il risparmio annuo sia tra i più alti, la percentuale sul reddito scende al 10,8 per cento, complice la retribuzione maggiore.

Secondo l’analisi di Bravo queste sono le regioni dove, potenzialmente, portarsi il pranzo da casa conviene di più in valore assoluto: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Trentino Alto Adige. Il risparmio medio in questi casi raggiunge i 3.500 euro l’anno.
 Più contenuto il divario al centro-sud, con regioni come Puglia, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo, dove la schiscetta «pesa» meno sul portafoglio ma resta comunque vantaggiosa. I risparmi sono poco al di sotto dei 2.800 euro annui. Sul fronte della città, le 16 con il maggior risparmio assoluto sono così distribuite: sei in Lombardia, quattro in Emilia-Romagna, tre rispettivamente in Piemonte e Veneto. Le regioni del Sud compaiono appena nelle prime posizioni, penalizzate da salari più bassi e da costi della ristorazione generalmente inferiori. Il quadro si capovolge quando si considera il risparmio in percentuale sulla retribuzione mensile: qui le città meridionali salgono ai vertici della classifica.
La schiscetta diventa una strategia finanziaria quotidiana
In definitiva, quello che un tempo era un gesto domestico oggi è una scelta economica. In un contesto in cui i costi della ristorazione aumentano e i salari restano stagnanti, la schiscetta diventa una forma di «micro-risparmio» quotidiano che, messa insieme giorno dopo giorno, si trasforma in un tesoretto annuale. Per alcuni sono semplici avanzi portati in ufficio. Per altri, ormai, una tredicesima nascosta.