Corriere della Sera, 4 dicembre 2025
Il caso divide i partiti. Gli affondi di FdI e Lega. E il Pd: no alla gogna
Tra le file delle opposizioni filtra prudenza, sia pure con sfumature diverse: il Pd protesta chiedendo di «evitare sciacallaggi», il Movimento 5 Stelle fa ripartire la battaglia per reintrodurre l’abuso d’ufficio. Nella maggioranza le critiche sono più dirette e politiche. Il caso di Federica Mogherini agita il dibattito anche interno.
«Tra Qatargate, Pfizergate e altri scandali emerge un’Europa che ha deluso, – alza il tiro il leghista Massimiliano Romeo – un’élite chiusa in una bolla, lontana dai cittadini, che parla di riarmo mentre i salari restano fermi. Sono segnali di un continente politicamente in crisi». Anche da Fratelli d’Italia, la delegazione italiana all’Europarlamento invoca chiarezza: «Ci auguriamo venga fatta rapidamente piena luce sul caso Mogherini e sulla gestione del Collegio d’Europa, al fine di verificare se siano stati compiuti i gravi reati denunciati – è scritto nella nota firmata dal gruppo —. Viviamo ore di profondo sconcerto per l’ennesimo caso giudiziario che investe le istituzioni europee». I meloniani in Europa, poi, annunciano che, alla luce delle inchieste, valuteranno diversamente le richieste di revoca delle immunità. «Purtroppo, come insegna anche la vicenda Salis, la sinistra ha completamente svuotato di senso e piegato a una logica di parte l’istituto dell’immunità parlamentare. Per questa ragione, d’ora in avanti, sulle richieste di revoca le valutazioni di FdI saranno esclusivamente politiche».
Mantiene la posizione garantista espressa a caldo, il segretario di Forza Italia e vicepremier, Antonio Tajani. Che si rallegra per il rilascio di Mogherini: «Fatto positivo. Occorrerà ora capire che cosa l’accusa sarà in grado di dimostrare nei confronti degli italiani fermati nell’ambito di un’indagine su una presunta frode ai danni dell’Ue».
Proprio al garantismo si appella il Pd. Andrea Orlando protesta: «L’attacco concentrico dei russi e dei giornali di destra a Federica Mogherini la dice lunga sulla genuinità di gran parte del sedicente garantismo italiano». Sulla stessa linea il senatore dem Walter Verini: «Condanna senza appello, gogna, demolizione preventiva sono sconcertanti». E il collega di partito Filippo Sensi: «Vedremo, la giustizia farà il suo corso. Sono garantista, ho conosciuto Mogherini e Sannino come persone di qualità, degne e intelligenti. Credo e spero di non sbagliarmi. Odio la gogna».
Ma appunto il Movimento in parte si smarca dalla difesa della esponente del Pd e sposta il tiro. «Giusto aspettare e verificare, ma speriamo che non si dica che i giudici del Belgio sono politicizzati e che si debba riformare la giustizia anche in Belgio – polemizza con il centrodestra Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera —. Il problema non sono i giudici: è la politica». Quindi la staffilata sul reato cancellato su iniziativa della maggioranza di centrodestra: «L’Europa ci chiede di reintrodurre l’abuso d’ufficio, quello che la Lega aveva votato con noi e poi cancellato».