il Fatto Quotidiano, 3 dicembre 2025
Caso Almasri: i carabinieri al ministero della Giustizia per l’inchiesta sulla zarina Bartolozzi
Alcune settimane fa, in gran segreto, i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, sono andati negli uffici di Via Arenula, sede del ministero della Giustizia. Hanno acquisito della documentazione, su delega dei pm capitolini che stanno indagando su Giusi Bartolozzi, la potente capa di gabinetto del ministro Carlo Nordio. Bartolozzi è accusata di false informazioni al pm nell’ambito del caso Almasri, dal nome del torturatore libico che l’Italia ha rimpatriato a bordo di un aereo di Stato.
Un caso che ha suscitato parecchio clamore con la Giunta che a inizio novembre ha chiesto alla Camera di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Consulta nei confronti della Procura di Roma e del Tribunale dei ministri, in merito alla posizione di Bartolozzi.
Comunicazioni ufficiali che il caso sia poi arrivato davanti alla Corte costituzionale non ci sono state, e dunque la Procura (che in tal caso dovrebbe “congelare” il fascicolo, sospendendo gli accertamenti) sta proseguendo le sue indagini. Tanto che ha mandato i carabinieri ad acquisire delle carte proprio in Via Arenula.
I guai per Bartolozzi sono iniziati quando è stata sentita, allora solo come persona informata sui fatti, dal Tribunale dei ministri che in quel momento indagava sui ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e sul sottosegretario Alfredo Mantovano, proprio per la vicenda legata al mancato arresto e al rimpatrio di Osama Almasri. Già quando il fascicolo era in mano al Tribunale dei ministri, i carabinieri si erano presentati per acquisire carte al ministero della Giustizia in tre occasioni: il 21 febbraio, il 18 marzo e infine il 12 maggio 2025.
Per Nordio, Piantedosi e Mantovano alla fine il Tribunale aveva chiesto l’autorizzazione a procedere, negata però dalla Giunta e dunque ne è seguita l’archiviazione.
Chiusa quella vicenda è rimasto in piedi – ma in Procura – il fascicolo su Giusi Bartolozzi. Indagine aperta dopo che la dirigente fidatissima di Nordio era stata sentita dal Tribunale dei ministri il 31 marzo scorso come persona informata sui fatti. I giudici infatti avevano ritenuto la sua versione “sotto diversi profili inattendibile e, anzi, mendace”. Tanto che poi gli atti erano stati inviati in Procura, dove i pm hanno così iscritto Bartolozzi per false informazioni ai pm.
Proprio nel corso di questi ulteriori accertamenti, i carabinieri del Nucleo investigativo, nel massimo riserbo, nelle scorse settimane sono ritornati a bussare in Via Arenula per acquisire altri documenti.
Dopo averli analizzati – e se non interverrà prima la Consulta – la Procura deciderà come definire la questione e magari potrebbe anche decidere di riconvocare la dirigente per l’interrogatorio.