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 2025  dicembre 03 Mercoledì calendario

Mannoia: “Porto in tour la meraviglia di Fossati e De André. Io a condurre Sanremo? Non dico di no”

“Eravamo a un concerto di Ivano, a un lato del palco. Nel buio presi coraggio. Mi sentivo avvampare. Con voce tremante dissi a Faber che mi aveva cambiato la vita, sin da ragazzina. E non ero la sola, la sua canzone d’autore era stato un imprinting per più di una generazione”.
De André come reagì, cara Fiorella Mannoia?
Mi abbracciò stretta, baciandomi sulla fronte.

Vi frequentavate?
Una trentina d’anni fa eravamo a casa sua per guardare non ricordo più quale Sanremo. Con la sua ironia tagliente ci fece fare un sacco di risate. Ogni suo commento era una spietata sentenza.
A proposito del Festival, Conti l’ha proposta per la direzione artistica 2027.
Sono felice abbia pensato a me. Non dico mai no a niente. Ho condotto programmi tv, Michele Placido mi ha chiamata a recitare in un film. L’ansia di svolgere ruoli diversi dal cantare mi è passata. Dopo 50 anni di lavoro so che devo cambiare continuamente pelle. Ovvio, non è che domani mi butto sull’heavy metal. Voglio solo capire se sarei capace di gestire Sanremo.
Andrà da Conti per lanciare il tour Anime Salve?
Non ci siamo sentiti.
Fiorella canta Fabrizio e Ivano è un viaggio live che intraprenderà dal 27 giugno a Genova e proseguirà per l’estate. Farà il miracolo di ospitare Fossati?
La vera impresa sarà far uscire l’orso dalla tana e vederlo in prima fila a Genova. L’ho già invitato, ma non spero di spingerlo davanti al microfono. Ivano è sparito da ogni radar e metterò tutto l’amore di cui sono capace per omaggiare i 30 anni di Anime Salve. Se un solo ragazzo sarà conquistato da quel capolavoro a quattro mani, ne sarà valsa la pena. Dori Ghezzi è felicissima del progetto.
Nei concerti troverà spazio un tributo a Vanoni?
La ricorderò, magari nei bis. Elaborato lo choc per la sua dipartita improvvisa, dovremmo sentirci rasserenati. Se ne è andata come aveva desiderato. Diceva: voglio esserci finché io e la vita ci offriamo qualcosa. Il giorno in cui non succederà più sarebbe bello se morissi dolcemente, in silenzio.
Pareva avesse ancora molto da dare.
Fino all’ultimo si è concessa la meravigliosa irriverenza della sua età. Una lezione di libertà. Ci telefonavamo spesso, ridevamo come matte.
Lei ne è l’erede artistica.
Per me sarebbe un onore, so di non essere alla sua altezza. Ornella fu la prima a proporre la musica brasiliana in Italia, con la fortuna di lavorare con Vinicius de Moraes. Era una milanese di Bahia, una tropicalista nata. Sembrava cantasse in portoghese, invece era italiano. E l’artista è il rischio che accetta di correre. Quando giro il mondo penso che dovrei fare un disco di canzoni sudamericane, un’onda dal Brasile a Cuba fino all’Argentina. E lo farò.
Torniamo ad Anime Salve. Un prodigio di album con temi ancora attuali.
Su cui siamo costretti a dibattere. Princesa metteva in luce il percorso lacerante di una persona transgender: oggi la gente disprezza senza sapere niente. L’insegnamento di Fabrizio è di non mettersi in bocca il giudizio di Dio, come in Khorakhané. E in Smisurata preghiera chiede al Padreterno di proteggere la minoranza che va in direzione ostinata e contraria.
In questo tempo imbastardito abbiamo visto le manifestazioni per Gaza.
E io continuerò a dire la mia: la presunta pace è una finzione, laggiù non è cambiato niente. Insistono nel bombardare gli innocenti, i bambini sono nel fango, gli aiuti non arrivano. La gang di Netanyahu fa i propri porci comodi. Le nostre voci contano, non dobbiamo cedere all’assuefazione della realtà.
E lo stop della legge sul consenso sessuale?
Sembrava ce la potessimo fare. Invece un passo avanti e due indietro. Come dice Guzzanti: Nun je la famo. Certo, partendo dal sacrosanto diritto della donna di dire no anche a rapporto iniziato, vanno tutelati entrambi gli attori. Un giudice deve stabilire senza errore se c’è stata una violenza. Però basta con lo stereotipo millenario secondo cui i due sessi sono nemici. Non siamo più all’epoca del femminismo duro, siamo in un percorso lungo ma che va fatto mano nella mano. Noi donne non siamo peggiori o migliori degli uomini, lo dimostriamo nei ruoli apicali. Il potere dà in testa a tutti. Quando sento la Roccella straparlare, le ricordo che è lì grazie alle lotte delle nostre sorelle maggiori. E che l’educazione sessuale a scuola formerà gli adulti di domani. In Svezia c’è da decenni, dal 2011 è insegnamento psico-affettivo. Dobbiamo sbrigarci, altrimenti perdiamo pure le nuove generazioni.
Ha fatto pace con Ruggeri per Quello che le donne non dicono?
Enrico è molto intelligente, ed è un grande amico. Polemica sterile. Neppure lui scriverebbe più, come 40 anni fa, parole come ‘playboy’. Io ho cambiato il verso ‘ti diremo ancora un altro sì’, in ‘forse’. Quale migliore occasione per ribadire la volontà femminile? Linguaggio da cultura Woke? Di Wok conosco solo la padella.