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 2025  dicembre 03 Mercoledì calendario

Caso Paragon, Caltagirone spiato già da gennaio, ma intercettato dai pm solo da aprile

Quando la Procura di Milano inizia a intercettare Francesco Gaetano Caltagirone è l’aprile del 2025. Nei mesi precedenti non risultano attività dei magistrati che poi hanno iscritto il finanziere romano per la scalata del Monte dei Paschi a Mediobanca. E dunque chi lo stava intercettando a gennaio 2025 quando l’editore del Messaggero riceve un alert di Meta (il colosso che possiede, tra gli altri, Facebook e Whatsapp) che lo avvisa della presenza di uno spyware sul proprio dispositivo? Se nulla c’entra la magistratura, chi è l’autore?
La vicenda del virus spia trovato nel cellulare dell’imprenditore continua a essere avvolta da un mistero, non risolto neanche dalle indagini di Milano. E non lo risolverà né qualche altra procura dato che non è stata presentata denuncia, né il governo italiano. Nelle sedi istituzionali, infatti, secondo quanto risulta al Fatto, è già stato smentito un coinvolgimento dei Servizi segreti. Non sarebbe stata l’intelligence, che aveva in uso Graphite, potente software spia della società israeliana Paragon, a intercettare Caltagirone. E lo stesso vale per altri importanti finanzieri: come l’amministratore delegato di Enel e membro del Cda di Generali Flavio Cattaneo, e Andrea Orcel, Ad di Unicredit. Tutti e tre, seppur in momenti e con modalità differenti, sono stati avvisati di un rischio intercettazioni.
A Caltagirone l’alert è arrivato il 31 gennaio. Quello stesso giorno vengono messi in guardia anche altri italiani. Tra questi Luca Casarini e Beppe Caccia dell’ong Mediterranea, e poi i giornalisti di Fanpage Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino. Solo nel caso dei primi due attivisti sono arrivate risposte certe: sono stati intercettati dagli 007. Tutto autorizzato, come disposto dalla legge, dalla Procura generale della Corte di appello di Roma. Per i cronisti invece Palazzo Chigi ha negato un coinvolgimento da parte dell’intelligence, ma non si è mai andati oltre. E lo stesso quadro si ripropone ora con il mondo della finanza.
Ovviamente bisognerà avere prima certezza che nei loro cellulari sia stato installato Paragon: a differenza, ad esempio, degli attivisti non c’è stata un’analisi da parte di Citizen Lab, gli esperti dell’università di Toronto, che confermi che si tratti del software israeliano, come è successo per Casarini e Caccia. Né tantomeno a certificarlo è arrivata una perizia delle Procure di Roma o di Napoli (che invece indagano sui casi dei giornalisti) perché non sarebbero state sporte denunce. Il punto è che se fosse Paragon gli unici che in Italia lo hanno utilizzato negli anni scorsi sono stati i Servizi segreti. Il governo però avrebbe già fatto sapere che per quel che riguarda i manager non ci sono loro captazioni. Lo stesso riguarda Orcel e Cattaneo. L’Ad di Unicredit ha ricevuto un alert da parte di Whatsapp il 29 aprile 2025, mentre Flavio Cattaneo tra febbraio e marzo scorso avrebbe ricevuto una mail di Apple in cui veniva avvisato che i suoi dispositivi potevano essere stati infettati da uno spyware. Nel suo caso, secondo una prima analisi interna all’azienda, pare che non si tratti di Paragon ma di un altro software comunque molto sofisticato, che solo enti governativi possono avere.
E così mentre anche per il mondo finanziario la vicenda virus spia resta irrisolta, per il solo Caltagirone è scoppiato nel frattempo il caso dell’inchiesta della Procura di Milano sulla scalata Mps a Mediobanca. Con il costruttore sono indagati per aggiotaggio e ostacolo alle Autorità di vigilanza anche il presidente di Luxottica e della holding Delfin, Francesco Milleri, e l’ad di Mps, Luigi Lovaglio. Il primo decreto del gip che autorizza le captazioni risale al 14 aprile 2025, il secondo al 13 giugno. I pm hanno scelto le intercettazioni tradizionali, nessun trojan capace di trasformare i cellulari in microfoni sempre accesi. A gennaio 2025 dunque i pm non avevano ancora acceso le registrazioni delle telefonate di Caltagirone. E allora chi è stato?