repubblica.it, 3 dicembre 2025
Tod’s chiede rinvio per l’interdittiva: “Impegno per garantire sicurezza e dignità dei lavoratori”
“La società ha preso atto di quanto emerge dalle verifiche effettuate dalla Procura di Milano e ha espresso la ferma intenzione di fare tutto quanto in proprio potere per garantire la sicurezza e la dignità del lavoro, valori che Tod’s ritene da sempre parte del proprio Dna”.
È quanto scrivono gli avvocati Francesco Mucciarelli e Luisa Mazzoli, che assistono il colosso della moda sulla quale pende una richiesta di interdittiva di sei mesi chiesta al gip dal pm di Milano Paolo Storari, nell’ambito delle indagini sul caporalato nel mondo della moda e dello sfruttamento dei lavoratori negli opifici a conduzione cinese ai quali viene subappaltata parte delle commesse.
Stamattina, davanti al gip Domenico Santoro, si è tenuta un’udienza, rinviata subito al 23 febbraio perché l’azienda ha chiesto del tempo per completare la sua riorganizzazione.
Nell’istanza con la quale gli avvocati di Tod’s chiedono il rinvio, si legge quanto il gruppo guidato da Diego Della Valle ha fatto finora. Come la risoluzione “con effetto immediato” del contratto con un appaltatore, la scorsa estate, dopo che sono state scoperte ipotesi di sfruttamento del lavoro; oppure altri contratti stracciati con opifici cinesi, per lo stesso motivo. Anche un’altra impresa, il cui nome è venuto a galla nella recente inchiesta di Storari (la “Ritaglio Magico”), che si occupava di divise per il personale Tod’s, non è più nell’orbita del gruppo.
Da una riunione del cda dello scorso 20 novembre, scrivono ancora i legali, è emersa “la ferma volontà di proseguire, con ancora maggior vigore, nel percorso di rafforzamento del proprio sistema di controllo della filiera produttiva” con una serie di misure. Alcune adottate, altre “in corso”. Da qui l’istanza al gip Santoro – accolta – di rinviare l’udienza di oggi al prossimo 23 febbraio, “al fine di portare a termine le iniziative già avviate dalla società”.
Il pm chiedeva un’interdittiva di sei mesi per impedire a Tod’s di pubblicizzare i propri prodotti. Per la procura ci sono non solo responsabilità omissive dei responsabili dell’azienda ma anche ipotesi dolose. I manager della società di Della Valle, come si legge negli atti delle indagini del Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri, non avrebbero tenuto “minimamente conto dei risultati” di alcune “ispezioni” negli opifici cinesi tra le province di Milano, Pavia, Macerata e Fermo. Dgli “audit” sui fornitori sono emersi “numerosi indici di sfruttamento” dei lavoratori. E si “utilizzava manodopera in condizioni di sfruttamento approfittando dello stato di bisogno di cittadini cinesi”. Le violazioni contestate riguardano l’orario di lavoro, le paghe basse – anche 3 euro l’ora -, le condizioni di sicurezza, le “condizioni alloggiative degradanti”.