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 2025  dicembre 03 Mercoledì calendario

Cannabis light, dubbi di incostituzionalità sul divieto. Il ricorso del giudice: “Decida la Consulta”

La Consulta valuterà la costituzionalità del decreto Sicurezza. Dopo mesi di arresti e successive scarcerazioni di persone che coltivavano o commerciavano la cannabis light, un giudice, il gip di Brindisi, ha deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 18 del dl Sicurezza. Quello che appunto mette fuori legge anche la canapa che contiene cbd, sostanza considerata non drogante, e ha una bassa presenza, sotto la soglia dello 0,5%, di thc, il principio attivo classificato come sostanza stupefacente.
Il giudice pugliese chiede di valutare la costituzionalità dell’articolo 18 nella parte in cui vieta “l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione, la consegna, la vendita al pubblico e il consumo di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati, fatta salva la lavorazione delle infiorescenze per la produzione agricola dei semi”. Si tratta di prodotti agricoli e quindi, se non possono essere considerati droganti perché non contengono il thc, sarebbe impossibile limitare la loro circolazione, a prescindere dalla loro destinazione. E infatti in questi mesi gli arresti di produttori e rivenditori non hanno portato a condanne, anzi spesso i magistrati hanno scarcerato e restituiti i prodotti sequestrati. Quando l’ordinanza del gip di Brindisi sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, il processo sarà riassunto dalla Corte Costituzionale, che darà le sue indicazioni.
Il ricorso nasce dal caso di un’azienda italiana che aveva prodotto in Bulgaria la cannabis light. Quando alcune tonnellate di merce sono arrivate nel porto di Brindisi per essere consegnate ai produttori che poi le avrebbero rivendute prevalentemente all’estero, l’Agenzia delle dogane le ha sequestrate. “Il pubblico ministero di Brindisi aveva disposto la distruzione di tutta la merce – spiega l’avvocato Lorenzo Simonetti, che ha seguito il caso – Io ho presentato l’opposizione al gip. Con l’occasione ho anche presentato due questioni di legittimità costituzionale. Il magistrato, che ringrazio per la sua sensibilità su un tema così delicato, ha mandato a tutto alla Corte costituzionale”. Simonetti spiega quale impatto potrà avere la decisione del giudice pugliese: “A questo punto diffonderà al massimo l’ordinanza di incostituzionalità, cosicché gli organi investigativi e i magistrati che si troveranno davanti a casi simili dovranno aderire al dubbio, finché non ci sarà la sentenza della Consulta”. Si dovrebbero quindi bloccare i sequestri e gli arresti di chi tratta la cannabis light. “Tra l’altro – aggiunge Simonetti – proprio il trattato del funzionamento unico dell’Unione europea garantisce la stabilità del commercio dei prodotti agricoli nel “mercato unionale”. Una cosa che sottolineerò di fronte alla Corte Costituzionale”. La Corte di Giustizia europea, tra l’altro, si sta già occupando del divieto italiano.
Le associazioni di produttori avevano fin da subito criticato il decreto Sicurezza, perché la sua approvazione avrebbe bloccato un settore industriale. Il presidente degli Imprenditori canapa Italia, Raffaele Desiante, esprime quindi “soddisfazione per l’ordinanza del tribunale di Brindisi perché si apre, finalmente, la possibilità di buttare giù l’impianto sbagliato dell’articolo 18 per vizi di incostituzionalità”. Dalla canapa si producono tessuti, combustibili, materie plastiche e tanto altro ancora. I fiori da sempre erano considerati scarto, ma negli ultimi anni hanno iniziato ad avere un loro mercato. Vengono infatti utilizzati principalmente come sostanze rilassanti. C’è chi li usa per fare tisane, chi li fuma, chi usa un vaporizzatore. Si tratta della cannabis light, va specificato ancora, cioè di una sostanza che contiene una bassa quantità di thc, il principio drogante, ma tanto cbd. È nato così un settore commerciale dedicato, tra rivenditori e distributori automatici. Il governo, in particolare la Lega, ha dichiarato guerra alla cannabis light sostenendo che è pericolosa e chiedendo di inserire nel decreto sicurezza un articolo che cerca di vietarla.