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 2025  dicembre 03 Mercoledì calendario

Quei sospetti sulle gare e l’acquisto di un edificio per favorire l’università

Quando ieri mattina un investigatore italiano ha chiesto ai colleghi belgi dell’Eppo, la super procura europea, cosa stesse accadendo, la risposta è stata sprezzante: «Italian job». Come a dire, ci risiamo. Dopo lo scandalo del Qatargate (che pure non ha avuto poi grandi fortune giudiziarie), la vicenda Huawei, l’Italia torna protagonista di uno scandalo che, almeno nei nomi dei protagonisti, non ha precedenti: l’ex Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione Federica Mogherini. L’ambasciatore Stefano Sannino.
Una storia, al momento, fatta ancora di contorni poco chiari, che si potrebbe riassumere così: secondo l’accusa Sannino, che all’epoca dei fatti era segretario generale del Seae, una sorta di ministero degli Esteri dell’Unione, avrebbe favorito il Collegio d’Europa di Bruges, di cui Mogherini era rettrice, affidandogli un progetto. Favorendo la struttura rispetto ad altre perché avrebbe conosciuto in anticipo quali fossero i desiderata dell’ente: proprio grazie a quelle informazioni il Collegio – pur trovandosi in difficoltà economiche – avrebbe acquistato un immobile che poi si è rivelato fondamentale per vincere il progetto.
I fatti. «Il Parlamento europeo», si legge in uno dei documenti acquisiti ieri dalla Procura europea durante le perquisizioni cominciate alle sette del mattino, «ha deciso di incaricare il Seae di svolgere attività pilota volte all’istituzione di un’Accademia diplomatica europea». Di cosa si tratta? «Di un’accademia diplomatica che contribuirà a formare e dotare i diplomatici europei delle conoscenze e delle competenze necessarie per definire politiche comuni», si legge ancora negli atti. Un programma che affiancherà i singoli Stati per offrire «una rete di diplomatici europei con una comprensione comune e approfondita del ruolo dell’Ue nel mondo e la promozione di uno spirito di corpo tra i diplomatici europei». Il progetto sperimentale comincia nel 2021 e prende forma nel 2022 quando, dopo una sorta di ricerca di mercato, il Seae – per una cifra di poco superiore al milione di euro (di cui poco meno di 700 mila destinati al Collegio di Bruges; il resto per un progetto parallelo su uno studio di fattibilità) – decide di affidare l’incarico al Collegio.
«Il contratto», si legge negli atti, «è stato aggiudicato secondo le normali procedure di appalto dell’Ue. Sono state ricevute sei offerte per il programma accademico pilota, tutte provenienti da qualificati istituti di istruzione e ricerca europei. Le offerte sono state valutate e i contratti aggiudicati sulla base del criterio del miglior rapporto qualità-prezzo».
Il punto dell’inchiesta sarebbe qui. Secondo quanto ricostruito dalla Procura europea, Sannino avrebbe favorito la struttura di Bruges, informandola preventivamente dell’operazione. In modo tale che si potesse trovare pronta. In particolare sono stati acquisiti i documenti relativi all’acquisto di un palazzo in Spanjaardstraat, a Bruges. Il bando prevedeva infatti, tra le altre cose, una struttura in grado di ospitare i diplomatici durante il corso. E – sostiene l’accusa – il Collegio di Bruges lo avrebbe acquistato nei mesi precedenti la pubblicazione della gara: un investimento da 3,2 milioni, effettuato in un momento in cui il Collegio si trovava in una situazione economica molto complicata.
Il sospetto dei magistrati è che l’operazione sia stata fatta perché Mogherini, o comunque i dirigenti del Collegio, avessero avuto accesso privilegiato a «informazioni riservate sulla gara d’appalto», circostanza che avrebbe conferito loro «un vantaggio ingiusto rispetto agli altri offerenti».
A oggi la struttura è utilizzata effettivamente come alloggio per i diplomatici che seguono il corso. E questo perché, dopo l’aggiudicazione del progetto sperimentale nel 2022, il programma è diventato stabile. Nel 2024 la Commissione europea – risulta sempre dagli atti acquisiti ieri – ha deciso di implementare il programma firmando una convenzione con il Collegio e con la stessa Mogherini che, si legge negli atti, «ha anche la carica di direttrice del programma». L’affidamento è stato per quattro anni accademici, dal 2024 al 2028, «dopodiché la decisione del Consiglio e la scelta del beneficiario della sovvenzione saranno riviste».
Il budget annuale, si diceva, è di poco meno di 700 mila euro. In questi sei anni, dunque, l’acquisto del palazzo si è rivelato un grande affare immobiliare. Nelle prossime ore l’inchiesta europea sul nuovo «Italian job» ripartirà da qui.