corriere.it, 3 dicembre 2025
Rti e Medusa denunciano Perplexity AI: è la prima causa in Italia per violazione del copyright con l’intelligenza artificiale
La prima azione legale italiana per presunta violazione del copyright legata all’intelligenza artificiale è arrivata. Rti e Medusa Film, società del gruppo Mediaset, hanno depositato un ricorso al Tribunale civile di Roma contro la statunitense Perplexity AI, accusandola di aver utilizzato «senza permesso e su larga scala» contenuti audiovisivi e cinematografici per addestrare i propri sistemi. Una contestazione che, nelle intenzioni delle due aziende, va oltre il tema del data scraping: punta a far riconoscere l’illecità di un intero modello di raccolta e impiego dei contenuti nel campo dell’AI generativa.
Nel ricorso, Rti e Medusa chiedono lo stop immediato a qualsiasi ulteriore utilizzo non autorizzato, il riconoscimento della responsabilità civile e il risarcimento dei danni, con l’aggiunta di una penale giornaliera in caso di nuove violazioni. Una mossa che arriva in un clima già teso tra industria dei media e piattaforme tecnologiche. Mediaset, dal canto suo, aveva iniziato a segnalarlo da tempo: da mesi, infatti, su alcune delle sue trasmissioni compare un messaggio che vieta l’uso dei contenuti «per finalità di addestramento AI».
Un fronte internazionale già acceso contro Perplexity AI
L’iniziativa italiana si inserisce in un contesto internazionale in rapido movimento. Perplexity AI, una delle startup più aggressive del settore, è già finita nel mirino di gruppi editoriali negli Stati Uniti. Encyclopaedia Britannica e Merriam-Webster hanno citato l’azienda davanti a un tribunale federale di Manhattan, accusandola di aver riprodotto articoli e definizioni protette dal diritto d’autore nelle risposte del suo «answer engine», oltre che di utilizzare crawler che ignorerebbero le limitazioni dei file robots.txt. La causa sostiene anche che il sistema avrebbe generato contenuti presentati come provenienti dalle due testate senza alcuna autorizzazione.
Ma non si tratta di un episodio isolato. Diversi gruppi editoriali americani, tra cui alcune società legate a News Corp, hanno intrapreso azioni simili contestando l’uso non autorizzato dei loro articoli per addestrare modelli linguistici. In Europa, come riporta The Guardian, la Bbc ha minacciato di ricorrere alle vie legali per il presunto scraping delle sue notizie, chiedendo alle aziende di AI di aprire un tavolo per la concessione di licenze d’uso. E in Giappone grandi quotidiani come Asahi Shimbun e Nikkei hanno a loro volta presentato denunce per violazione del copyright, sostenendo che Perplexity avrebbe utilizzato contenuti giornalistici senza autorizzazione.
La battaglia legale tocca un punto nevralgico del dibattito contemporaneo: il diritto delle aziende editoriali a essere compensate per l’uso dei propri contenuti nell’addestramento delle AI, soprattutto quando queste ultime generano risposte che possono sostituire la consultazione delle fonti originali. Nel modello europeo, fondato su una tutela particolarmente stringente delle opere dell’ingegno, l’eventuale riconoscimento della violazione potrebbe diventare un precedente rilevante per tutto il settore.
Perplexity AI, da parte sua, non ha ancora commentato l’azione italiana. Ma il caso Rti-Medusa potrebbe trasformarsi nel primo test nazionale su un tema destinato a incidere, nel tempo, sulle regole del mercato digitale: come bilanciare l’innovazione dell’intelligenza artificiale con la tutela del lavoro creativo e dell’industria culturale.