il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2025
Olimpiadi, lo sconcerto dei media americani per i ritardi di Milano-Cortina: l’arena di hockey non è mai stata testata e non c’è un piano B
Dall’Italia si aspettavano un’accoglienza diversa, soprattutto per i loro beniamini della NHL, la più importante lega di hockey al mondo (come l’NBA per il basket), che torneranno alle Olimpiadi per la prima volta dal 2014. Diversi media americani, dal New York Post alla Nbc fino a Espn, negli ultimi giorni hanno raccontato con un misto di sconcerto e fastidio gli incredibili ritardi dei Giochi di Milano-Cortina 2026, anche per quanto riguarda la disciplina invernale più amata negli Usa: il PalaItalia, il nuovo palazzetto a Santa Giulia che ospiterà appunto le gare olimpiche di hockey, sarà pronto solamente alla fine dell’anno. Significa, ovviamente, che non è mai stato testato. Dovrà però andare bene per forza: Andrea Francisi, Chief Games Operations Officer di Milano-Cortina, ha infatti chiarito ad Associated Press che non esiste un “Piano B”. Che la situazione sia questa è noto da tempo, anche se i riflettori finora erano puntati soprattutto sulla pista da bob. Adesso però dagli Stati Uniti lanciano l’allarme anche sull’hockey.
Sia chiaro, il palazzetto a Santa Giulia è ormai pronto: la “consegna” ufficiale arriverà entro fine anno, a poco più di un mese dall’inizio delle Olimpiadi. L’arena da 16mila posti è stata costruita da Eventim, gigante tedesco nell’organizzazione dei concerti: doveva costare 170 milioni, alla fine ne sono serviti circa 370. Solo nell’ultimo anno, circa 50 milioni li ha messi lo Stato, per un’opera privata che dopo le Olimpiadi servirà principalmente per spettacoli e concerti privati. I media americani sottolineano però che normalmente, in base alle regole del Cio, “le sedi olimpiche devono essere sottoposte a test con un anno o più di anticipo, in particolare le arene con ghiaccio, per risolvere eventuali problemi di qualità e sicurezza“, come scrive il New York Post. Anche Espn sottolinea: “Non si tratta solo di verificare che il ghiaccio e la superficie di gioco siano pronti e sicuri. Bisogna anche testare i locali ristorazione, i bagni e tutto il resto all’interno di un nuovo palazzetto”.
Eppure, l’unico vero test sarà effettuato a gennaio (si parla di sabato 10 e domenica 11). A quel punto mancherà pochissimo all’inizio dei Giochi: il primo match olimpico di hockey è previsto per il 5 febbraio (sarà una partita del torneo femminile), il giorno prima della cerimonia d’apertura. Il torneo maschile invece è in programma dall’11 al 22 febbraio. Gli americani si aspettavano un’attenzione diversa per il loro amato hockey, anche dato il fatto che a Milano-Cortina dopo 12 anni ci saranno nuovamente tutti i migliori giocatori al mondo. Quello che non sanno, peraltro, è che la nuova arena non sarebbe nemmeno troppo adatta per l’hockey.
Essendo una struttura pensata ad hoc per i concerti, infatti, presenta alcuni problemi di visibilità in base alle normative previste per gli eventi di hockey su ghiaccio. Lo ha scritto nero su bianco oltre un anno fa la commissione Impianti sportivi del Coni, come rivelato da Altreconomia. In pratica, si giocherà in deroga. Dopo i Giochi, l’impianto sarà utile principalmente per gli spettacoli privati e per il tennis (l’obiettivo del governo è portarci le Atp Finals strappandole a Torino). L’altro grande problema riguarda invece la viabilità, che ovviamente necessita di essere rafforzata per gestire un afflusso importante di spettatori nell’area. Anche questi lavori, tanto per cambiare, sono in ritardo: la nuova linea del tram, ad esempio, non sarà pronta in tempo per i Giochi. Sono previsti dei bus sostitutivi per andare ad assistere allo spettacolo dell’hockey con i campioni NHL. Gli americani probabilmente non la prenderanno bene.