Libero, 2 dicembre 2025
A Milano apre una casa per chi ha un qi alto
Bisogna sfatare il mito che chi ha un quoziente intellettivo molto alto è molto bravo in matematica, sicuramente saranno molto capaci in ogni materia ma ognuno esprime il suo talento in base alle passioni, alle peculiarità. Pensiamo a Lady Gaga, ad Arnold Schwarzenegger, a Steve Jobs o a Zuckerberg, solo per citare qualcuno di molto famoso.
Il 5/6 per cento della popolazione italiana ha un quoziente intellettivo superiore alla media e nella sola Milano sono un migliaio le persone con questo dono. Ragazzi che spesso non vengono compresi, a scuola riescono a fare ragionamenti che vanno oltre la semplice nozionistica e quindi capita che possano annoiarsi e risultare il contrario di quello che sono. Come è successo a Fabio Pruneri, diplomato allo scientifico Alessandro Volta di Milano con 83, ma che negli anni ha conquistato un medagliere gremito di ori, argenti, e bronzi per le varie competizioni informatiche. Durante una delle gare è stato notato dai docenti di Harward, la prestigiosa università americana che gli ha conferito una borsa di studio per farlo studiare nel loro ateneo. Ma non è il solo. Ci sono anche due studentesse del Berchet che diplomate con votazioni sotto il 100, una ha ottenuto un dottorato a Monaco e l’altra ha scoperto di avere un Qi di 145. Non tutti però riescono ad esprimere le loro straordinarie capacità e così lo scorso 15 novembre a Milano è stata inaugurata “La casa del gifted”. «Nasce dopo un lungo lavoro come luogo in cui le persone plusdotate possano incontrarsi, sentirsi parte di una comunità, trovare supporto emotivo e psicologico, servizi di valutazione, percorsi personalizzati, laboratori e attività pensate per le loro caratteristiche cognitive ed emotive – spiegano Viviana Castelli presidente STEP-NET e Mariasole Zurleni presidente di CTS Gifted aps – con l’obiettivo di accrescere il patrimonio culturale, appassionare e stimolare». Nello stesso spazio saranno attivate formazioni dedicate a docenti, operatori della salute e genitori, per accrescere competenze e strategie mirate, finora sono 6 mila gli insegnati formati e 9 mila quelli informati. «Non ci piace l’etichetta di geni, hanno un potenziale che ha bisogno delle condizioni adeguate per svilupparsi. Intorno a loro persistono miti e pregiudizi: vengono definiti bambini sopra le righe, oppure confusi con altre condizioni e talvolta oggetto di diagnosi sbagliate. Alcuni non emergono, altri si sentono emarginati. Persone molto intelligenti, ma anche molto sensibili e spesso sole. Per questo è ritenuto fondamentale divulgare il tema della plusdotazione a tutti i livelli, in particolare in ambito scolastico e specialistico: riconoscere e individuare precocemente gli studenti plusdotati è indicato come un importante fattore di protezione per un percorso di crescita sereno – aggiunge Castelli – Molti voglio diventare attori, sportivi, cantanti, ballerini, eccellono nelle attività umanistiche».