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 2025  dicembre 02 Martedì calendario

Il cortocircuito dei prof di sostegno "Tre su dieci senza formazione"

Dietro il balletto dei numeri ci sono migliaia di studentesse e di studenti che ogni mattina attendono insegnanti capaci di guardarli negli occhi con continuità e competenza. Famiglie che chiedono stabilità da un anno scolastico all’altro. E docenti che vogliono diventare titolari di cattedra ma ora, intanto, quando la richiesta arriva dalle famiglie possono anche restare nella stessa scuola, nella stessa classe. Una possibilità resa praticabile da una recente norma voluta dal ministro Giuseppe Valditara.
Sul sostegno, il ministero dell’Istruzione e del Merito rivendica la svolta: «Le cattedre sono tutte coperte, anche quelle di sostegno, sin dal primo settembre. Una condizione mai vista negli anni scorsi», viene sottolineato. Da una parte il ministero rivendica coperture e continuità, dall’altra i sindacati e le associazioni denunciano precariato e formazione insufficiente.
Il nodo centrale del confronto riguarda i supplenti: «L’inclusione scolastica poggia su 121.026 insegnanti a tempo determinato», denunciano Uil Scuola e Flc-Cgil. «In tre anni scolastici abbiamo assunto circa 28.000 docenti di sostegno in ruolo e abbiamo ampliato l’organico di diritto di 18.000 posti» ribatte il Mim. Gianna Fracassi (Flc-Cgil) ricorda che «le criticità sono sempre le stesse, cattedre scoperte, numero degli specializzati su sostegno insufficienti, e soprattutto bolla di precariato in aumento perché sui posti in deroga non si possono fare assunzioni». Per la Uil Scuola, il segretario Giuseppe D’Aprile afferma che «la precarietà ha assunto dimensioni inaccettabili: migliaia di alunni cambiano insegnante ogni anno, con effetti negativi sulla qualità dell’inclusione», dice. Ivana Barbacci, segretaria della Uil Scuola evidenzia: «Siamo a dicembre e manca ancora il focus sull’avvio dell’anno scolastico». Sul sostegno aggiunge: «Una gestione così instabile ci preoccupa perché potrebbe essere una delle ragioni per cui emergono atteggiamenti critici e di “rifiuto” dell’inclusione, che è da sempre un punto di qualità del nostro sistema di istruzione ma che richiede attenzione, supporto e risorse».
Per garantire continuità didattica anche in presenza di docenti precari, il ministero ha introdotto la conferma degli incarichi. «Le famiglie hanno chiesto la conferma di 57.824 supplenti ed è stato possibile confermarne 45.793». Una scelta che «i sindacati hanno osteggiato, anche con ricorsi che li hanno visti perdenti, in nome del rigoroso rispetto dell’ordine di graduatoria. Al contrario, abbiamo fatto in modo che un elevato numero di alunni con disabilità potesse essere seguito dagli stessi insegnanti dell’anno precedente, sulla base della richiesta delle famiglie», dicono dal ministero.
Poi c’è la questione della formazione: «Abbiamo introdotto i corsi di specializzazione Indire accanto al Tfa, il tirocinio formativo attivo universitario con 25.000 docenti inseriti nel primo percorso».
Alle accuse di “scorciatoia”, ecco la replica ministeriale: «Non sono corsi per chi si è laureato ieri. Sono rivolti a supplenti che per tre anni hanno insegnato sul sostegno senza specializzazione e che avrebbero continuato a farlo se non li avessimo formati adeguatamente». Il ministero fa sapere che «sono state inoltre incrementate le risorse per il trasporto disabili» e che sono stati investiti 18,68 milioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche che è stato un obiettivo anche del bando Pnrr da 1,2 miliardi e che è un attuale obiettivo del bando in corso da 223,7 milioni per antincendio e interventi urgenti di messa in sicurezza.
Per le associazioni Fiaba Onlus e Fish «è una copertura numerica ma non pedagogica». Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della F.i.s.h., Federazione italiana per il superamento dell’handicap, illustra questi dati: «Quasi 3 insegnanti su 10 non sono specializzati, con punte oltre il 38% al Nord». E ragiona: «Le certificazioni crescono del 7% annuo: così il tamponamento rincorre l’emergenza, servirebbe una riforma strutturale».
Il turnover è un’altra criticità: «Ogni anno 20mila docenti di ruolo chiedono il passaggio alla disciplina e 10mila lo ottengono, svuotando il sostegno specializzato»
, sottolinea Nocera. Uil, Cisl e Flc-Cgil convergono su richieste chiave: trasformare l’organico di fatto in organico di diritto, assumere a tempo indeterminato tutti i docenti specializzati e rivedere i percorsi di specializzazione.