La Stampa, 30 novembre 2025
Urso: "Negoziati sull’ex Ilva Avanti con Bedrock e Flaks"
Il ministro Adolfo Urso tenta di rassicurare sul futuro dell’ex Ilva, ma sindacati e territorio restano scettici. All’indomani del vertice al Mimit con le rappresentanze sindacali e locali, il vertice del Mimit ha detto che non esiste «alcun piano di chiusura, anzi l’esatto contrario», e sono in corso «attività di manutenzione indispensabili per garantire la continuità produttiva».
Sul fronte della cessione, ha spiegato che proseguono i negoziati con i fondi americani Bedrock e Flacks Group, ma la platea dei potenziali acquirenti si è allargata: e tra i nomi in circolazione ci sono nuovi soggetti extra-Ue, tra cui l’azienda siderurgica degli Emirati Arabi EM Steel. Sono emersi poi degli aggiornamenti al piano sul ciclo corto, che non prevedono penalizzazioni per gli stabilimenti di Novi Ligure e Genova, mentre su Taranto non ci sarebbe «nessun avanzamento».
Le rassicurazioni non hanno convinto i sindacati. Fiom e Uilm hanno disertato l’incontro, e rivendicato un tavolo alla presidenza del Consiglio. «Lo stato di agitazione e mobilitazione che ha portato all’occupazione degli stabilimenti e al blocco delle città deve essere un forte monito per il governo», ha detto la Fim Cisl. La «nazionalizzazione», chiede l’Usb. Mentre il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri ha ribadito: «Bisognerebbe avere il coraggio di dire che l’Ilva è chiusa, che non c’è più, e per salvaguardare 12mila posti di lavoro bisogna guardare al futuro». Di «situazione ancora molto incerta» parla il presidente uscente della Regione Puglia Michele Emiliano, che chiede un intervento diretto del governo qualora non emerga un acquirente.
Intanto, Taranto è scesa in piazza chiedendo: «Una città senza Ilva». In corteo, ha sfilato il no al salvataggio dell’acciaieria e la richiesta di una «riconversione possibile», con l’immagine di un futuro economico diverso per il territorio.