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 2025  novembre 30 Domenica calendario

Dalla parte della Stampa

Solidarietà totale e bipartisan a La Stampa dopo la vandalizzazione della redazione torinese. Maggioranza e opposizione condannano all’unanimità la violenta irruzione compiuta da un gruppo di manifestanti e le istituzioni fanno sentire la loro voce. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire al direttore Andrea Malaguti e alla redazione il suo sostegno, unito alla «ferma condanna» per l’accaduto, mentre i messaggi, a centinaia, inviati ieri da autorità, cittadini, comitati di redazione hanno testimoniato la vicinanza al giornale e ai suoi giornalisti. Dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al vice premier Antonio Tajani al titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara, numerosi gli esponenti di governo che hanno chiamato il direttore per manifestare il loro sdegno, con tutti i ministri che hanno stigmatizzato nelle loro dichiarazioni affidate a social e agenzie la «violenza inaccettabile» degli assalitori. Nel pomeriggio una delegazione di FdI si è recata nella sede torinese, visitata anche da don Luigi Ciotti, mentre oggi farà altrettanto il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.
È atteso a breve anche l’editore John Elkann, che ha annunciato la visita in redazione con il presidente di Gedi Paolo Ceretti. «Questi comportamenti non possono essere tollerati – hanno rimarcato i vertici del gruppo – sarà fatto tutto il necessario per creare le condizioni adeguate a garantire il lavoro della redazione».
Parole nette sono arrivate dalla premier, Giorgia Meloni, che ha telefonato al direttore per esprimere vicinanza a tutta la comunità del giornale. Nel corso della conversazione, la premier ha definito l’irruzione dei manifestanti «un fatto gravissimo che merita la più assoluta condanna», auspicando «una risposta unanime» contro ogni forma di intimidazione nei confronti della stampa. «La libertà di informazione è un bene prezioso da difendere ogni giorno», ha sottolineato Meloni.
Alla solidarietà del capo dello Stato e della presidente del Consiglio si è aggiunta quella del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha condannato «con assoluta fermezza l’intrusione violenta», rivolgendo «al direttore Malaguti e a tutti i giornalisti la sincera solidarietà mia personale e del Senato». Gli ha fatto eco il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: «Condanno con fermezza l’azione e le parole violente rivolte ai giornalisti, cui va la mia vicinanza».
Ferma la condanna anche da parte del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. «Quanto è accaduto non ha nulla a che vedere con il diritto di manifestare pacificamente ed è ancora più grave perché colpisce un simbolo della libera informazione, uno dei pilastri della nostra democrazia». Per il presidente della regione, Alberto Cirio, «ancora una volta c’è chi confonde il diritto al dissenso e all’espressione delle proprie idee con la violenza, gli attacchi e la devastazione. Atti particolarmente odiosi quando hanno come obiettivo l’informazione, baluardo di libertà e democrazia».
Dalle opposizioni è arrivata la vicinanza della segretaria del Pd Elly Schlein per «un atto grave e inaccettabile: ogni sede di giornale è presidio di libertà e democrazia». Anche Giuseppe Conte ha espresso al direttore a nome suo e della comunità politica del M5S «sentimenti sinceri di solidarietà per quanto accaduto. L’atto vandalico rivolto al giornale è un atto vile ed inqualificabile». Riccardo Magi, segretario di Più Europa l’ha definito «un atto squadrista», mentre per Nicola Fratoianni (Avs) «la difesa delle ragioni del popolo palestinese non c’entra davvero nulla: quando si assalta una redazione di un giornale si ricordano solo i tempi bui degli inizi del secolo scorso».
È polemica, invece, sulle parole di Francesca Albanese: «La rabbia è comprensibile – ha detto – ma la violenza rafforza gli oppressori». Il passaggio che finisce sotto accusa è però un altro, quando parlando dell’assalto ha osservato: «Questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro». Un’affermazione che le ha attirato le critiche di maggioranza e opposizione, con la premier Meloni che, pur senza citarla, ha definito «molto grave» che «qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza». —