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 2025  novembre 30 Domenica calendario

Le studentesse nella “lista stupri”: scritta shock al liceo Giulio Cesare

Nel liceo degli amori nati sui banchi celebrati da Antonello Venditti, una mano maschile ha voluto ferire, intimidire, umiliare otto ragazze. I loro nomi vergati in rosso a stampatello sulle mattonelle bianche di uno dei bagni dei ragazzi accanto alla scritta “lista stupri”. La foto, scattata da uno degli studenti che si è accorto dello sfregio e ha immediatamente cancellato i nomi, ha fatto subito il giro delle classi del Giulio Cesare, uno dei licei classici d’eccellenza a Roma, raggiungendo anche le dirette interessate, sconvolte e basìte, così come l’unico ragazzo incluso nella lista.
Diciamolo subito: non c’è stato nessuno stupro e nessuna violenza. Nessuna delle ragazze indicate ha subìto avances o qualsiasi altro genere di violenza fisica. Ma l’impatto psicologico è stato forte.
Alla fine delle lezioni, Giulia, Caterina, Elisa escono dal cancello a testa alta. Hanno deciso di non nascondersi, di raccontare la loro rabbia e la loro ferita. Nei loro occhi si mischiano rabbia e dolore. Appena due giorni prima, il 25 novembre, erano tutti con i segni rossi sul viso a dare vita ad un flash mob nella giornata contro la violenza di genere.
E ieri, due giorni dopo l’oltraggio, dopo una partecipatissima assemblea in cui l’intera scuola si è stretta attorno alle ragazze prese di mira, è partita la caccia al colpevole: nomi sussurrati, minacce più o meno velate, inviti al o ai colpevoli a farsi avanti, tanto che nel pomeriggio dai rappresentanti degli studenti è partito l’invito a fermarsi: «Basta con questo massacro, ci sarà una denuncia, individuare i responsabili sarà compito delle autorità». Il messaggio all’ancora anonimo autore della lista appare in Corso Trieste su uno striscione: «Codardia e ignoranza è ciò che ti condanna!».
I nove nomi della lista non sono stati scelti a caso: tre delle ragazze sono state appena elette nella rappresentanza studentesca, le altre sono tutte attive nella sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, l’unico nome maschile è quello di un ragazzo a cui voci di corridoio attribuiscono la responsabilità di non essere riusciti a far eleggere nessuno dei candidati della lista cosiddetta di destra che aveva sempre avuto suoi rappresentanti. Non è certo la prima volta di offese sessiste nei licei bene della città, ma quale che sia la matrice e chiunque sia l’autore, sono gli stessi alunni questa volta a chiedere che quanto avvenuto non sia sottovalutato. Per questo il collettivo degli studenti ha scelto di denunciare pubblicamente: «Non riteniamo questo vile atto una mera bravata, bensì l’ennesima azione violenta e sessista. Fermamente combatteremo chi vuol far passare in sordina questo accadimento. Tutti noi, al di là di appartenenze politiche o partitiche, abbiamo deciso di rimanere all’interno del cortile della nostra scuola per rivendicare uno spazio di sensibilizzazione su un tema apparentemente attuale, ma evidentemente trascurato nel luogo dove la nostra coscienza di cittadini dovrebbe essere alimentata».
Messaggio a cui risponde il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara: «Un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente. Con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere. Il rispetto è un valore imprescindibile. Nella scuola italiana non vi è spazio per la violenza e la discriminazione».
La preside Paola Senesi difende la sua scuola: «Il Giulio Cesare non è aperto alla violenza. Il nostro liceo non vuol essere ricettacolo d’intolleranza e la scuola non dimenticherà mai d’indicare quanto ci sia ancora da fare per concretizzare la pari dignità tra donne e uomini».
Ma intanto i genitori delle ragazze nel mirino annunciano l’intenzione di sporgere denuncia. Come la mamma che in quella lista si è ritrovata entrambe le sue figlie: «Sono tornate a casa sotto shock, ora chiedo alla scuola di andare fino in fondo».