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 2025  novembre 30 Domenica calendario

“I dipendenti del Garante della Privacy spiati per trovare la talpa”. Si muove la procura

Lo scandalo attorno all’Autorità garante della privacy sta diventando qualcosa di più di un cortocircuito tra controllati e controllori. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per verificare se qualcuno si sia introdotto all’interno della sede dell’Authority e abbia sottratto dati o documenti dai computer dei dipendenti: si indaga per accesso abusivo al sistema informatico, sono stati acquisiti documenti e registri di log. L’indagine parte da quanto denunciato dai sindacati, così come racconterà Report nella puntata di stasera.
Una storia che ha una data precisa da cui partire: la notte tra l’1 e il 2 novembre, quando – secondo quanto ricostruito dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci – nella sede di Piazza Venezia sarebbero entrati non solo i quattro membri del Collegio, ma anche «soggetti esterni», rimasti negli uffici fino al giorno dopo. Una presenza anomala, in un festivo, dentro stanze che custodiscono server, corrispondenze, dati dei dipendenti.
«Una bugia», hanno però detto ieri Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza. «Il primo novembre, tra le ore 11 e le 11.10 del mattino, a entrare negli uffici del Garante è stato solo uno dei membri, l’avvocato Scorza, che ne è uscito pochi minuti dopo come è in condizione di dimostrare». «Avevo dimenticato delle chiavi. Sono entrato per dieci minuti e sono andato via», dice lui.
Ma Report conferma tutta la ricostruzione sulla base di alcune fonti interne. A Repubblica risultano diversi elementi. Il primo lo offre Alessandro Bartolozzi, sindacalista della Cgil: «Sono arrivato in ufficio lunedì 3 novembre, molto presto la mattina, prima anche degli addetti alle pulizie. E ho trovato nella mia stanza scrivanie, documenti, tutto spostato. Come se qualcuno avesse messo le mani». La sua non è una testimonianza isolata. Nei giorni successivi arrivano alla Cgil altre segnalazioni di dipendenti: uffici trovati in disordine, scrivanie leggermente spostate, prese telefoniche ed elettriche disallineate, cassetti aperti senza motivo. Un secondo elemento arriva invece dai primi approfondimenti sulle reti interne. Come detto, la procura ha aperto un fascicolo conoscitivo che ha un duplice obiettivo: verificare se effettivamente, a uffici chiusi, qualcuno sia entrato nei locali del Garante e, se sì, a quale titolo. E soprattutto se sia stata effettuata un’esfiltrazione di dati in quelle ore. Si sta verificando infatti se proprio nei giorni di festa – in quelle stesse ore – sia stata scaricata, come pare, una mole importante di documenti. Di che documenti si tratti e chi lo abbia fatto resta da chiarire. Il passaggio non è neutro: in quei giorni, dopo le prime rivelazioni di Report e gli articoli del Fatto Quotidiano, era partita la caccia alla talpa all’interno dell’Autorità.
Era stato persino ipotizzato l’intervento di una società esterna, ipotesi a cui però l’allora segretario generale Angelo Fanizza si era opposto, come lui stesso ha raccontato. Fanizza che, il 4 novembre, chiese di acquisire tutte le mail dei dipendenti dal 2001, gli accessi Vpn e le cartelle condivise. Una richiesta respinta dal dirigente informatico Cosimo Comella come «paradossale violazione delle norme emanate dallo stesso Garante». Un’operazione che sarebbe stata una sorta di “spionaggio” di massa e che, una volta emersa anche solo nelle intenzioni, aveva poi portato alle dimissioni di Fanizza.
I membri del Collegio allontanano con decisione ogni sospetto su quanto accaduto in quelle ore. «Nessun altro membro del Collegio è stato presente nella sede dell’Autorità il primo novembre né ha autorizzato o consentito l’ingresso a soggetti esterni né a svolgere alcuna operazione di bonifica», sostengono. «Vogliamo conoscere – dice in una nota la Fisac-Cgil – se ci siano stati accessi alla sede nei giorni festivi e notturni. Inoltre – concludono – vogliamo il nominativo del componente del Collegio che ha proposto di svolgere attività di “discovery” affidandosi a un soggetto privato esterno».