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 2025  novembre 30 Domenica calendario

Demi Moore: «Sono meglio di prima»

Arriva all’appuntamento con in braccio il suo cagnolino, Pilaf, chihuaua a pelo lungo (peraltro dello stesso identico colore del suo golfino, ma la speranza è che sia un caso) che vanta migliaia di follower su Instagram. A fianco a lei c’è un’assistente, pronta a tenerlo in braccio appena «mamma» Demi Moore fa anche solo il gesto di consegnarglielo. Se qualcuno dovesse fare il ritratto di un’attrice di Hollywood, di una diva conosciuta in tutto il mondo, partirebbe da qui. Eppure Moore è anche una donna che ha conosciuto momenti complicati e che ha faticato a ritenere legittimo il potere che ultimamente sente di nuovo tra le mani, dopo un film di successo (ma che non le ha dato l’atteso Oscar) come The Substance e una serie, «Landman» (su Paramount+) in cui ora, nella seconda stagione, è protagonista assoluta. Nei panni, proprio, di una donna di potere a capo di un’azienda petrolifera.
Crede che per le donne sia più complicato conquistare posizioni di potere rispetto agli uomini?
«Sì, lo è. Così come mantenerlo. Ci sono sfide sicuramente diverse per le donne rispetto a quelle che sono chiamati a superare gli uomini, ma non mi è mai piaciuto soffermarmi su questo aspetto e vedere il mondo da quella prospettiva, perché rende noi donne delle vittime».
Quindi quale è il suo punto di vista?
«Intanto non pensarmi come una vittima. Nella vita ci sono delle opportunità e bisogna impegnarsi per coglierle. Per me il potere è stato scoprire la vera essenza di chi sono. Che spesso è l’opposto di come mi si vedeva da fuori».
È diventata presto tra le dive più note al mondo.
«Ma non ho mai pensato al potere associandolo al denaro, o all’idea di dovermi azzannare con altri per ottenerlo».
Però ha scelto progetti anche rischiosi, come l’ultimo «The Substance».
«A volte scegli dei rischi, altre sono i rischi che scelgono te. E a volte riflettono qualcosa che tu sai che in qualche modo è parte di te e lo affronti con una consapevolezza diversa, ti poni delle domande, arrivi in profondità che non avevi esplorato. Prediligo progetti che mi spingono fuori dalla mia zona di confort, che mi consentono di crescere e migliorare come persona».
Oggi ha 63 anni: si sente migliore?
«Posso dire di sì. Se passi il tuo tempo chiuso dentro una sorta di campana di vetro sicura, tutto diventa noioso e privo di significato. Ma quando tenti di metterti alla prova, prendendoti dei rischi, facendo cose che possono anche rivelarsi fallimentari, ecco che lì cresci e migliori, sia professionalmente che umanamente».
Ci sono donne di potere a cui si è ispirata per il suo personaggio in «Landman»? Rimasta vedova, deve prendere la gestione dell’azienda di famiglia e preannuncia di essere più «cattiva» del marito.
«Per “Landman” in particolare ho avuto modo di conoscere molte donne di potere da cui ho preso ispirazione. E ho riscontrato che tutte avevano grandi paure. Non interpretavano però il potere come siamo soliti vederlo fare dagli uomini, ma in modo molto femminile che però le portava lontano. Nessuna di loro chiedeva scusa per com’era, e questa è mia idea di potere: sentirsi autorizzati a essere chi realmente siamo».
Quale è stata la sfida più grande che ha dovuto affrontare nella sua vita?
«Quando ero più giovane avevo paura di non soddisfare le aspettative, di non essere abbastanza brava. Non ho avuto una vera sicurezza crescendo, quindi non ho mai avuto un vero piano per vivere la mia vita. Affrontare tutto questo non è stato facile».
«Landman» mostra anche come le situazioni possono rapidamente cambiare. Un momento sei giù, quello dopo al top. È qualcosa che riconosce di aver sperimentato?
«La vita è ciclica. Quello che so oggi è che è fatta di cadute e risalite. E che se passiamo il tempo chiedendoci cosa avremmo potuto fare diversamente nel passato, perdiamo di vista ciò che abbiamo di fronte a noi. La verità è che tutto può davvero cambiare in un secondo, e quello che conta è solo il presente. Essere presente a me stessa è il più grande dono che mi faccio oggi come oggi. Che tutto sia precario è una realtà per ognuno di noi: ecco perché non bisogna farsi intrappolare dai propri pensieri e vivere il presente con gratitudine. Ricordandosi che il cambiamento è la sola cosa comune a ogni essere umano».