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 2025  novembre 30 Domenica calendario

Papa Leone scalzo nella Moschea Blu

La luce rimandata da 21.043 piastrelle di ceramica della moschea Sultan Ahmed è unica al mondo e per questo il mondo la conosce come Moschea Blu. Leone XIV ieri mattina vi è entrato scalzo, in segno di rispetto. A scanso di confusioni, ha evitato di pregare davanti al mihrab verso la Mecca come avevano invece fatto i predecessori. «Gli ho detto che questa era la casa di Allah, se voleva poteva pregare, e lui ha detto “no, osserverò in giro”», ha riferito ai giornalisti il muezzin Asgin Tunca, che gli ha fatto da guida.
Nel 2014, il capo chino e le mani giunte, accanto al Gran Mufti con i palmi levati al cielo, Francesco aveva ripetuto la preghiera silenziosa compiuta da Benedetto XVI nel 2006. La Santa Sede aveva precisato che non si trattava di una preghiera comune ma di una «adorazione silenziosa».
Leone XIV ha preferito declinare. Il Vaticano ha fatto sapere che «il Papa ha vissuto la visita alla Moschea in silenzio, in spirito di raccoglimento e in ascolto, con profondo rispetto del luogo e della fede di quanti si raccolgono lì in preghiera». A differenza dei predecessori, Prevost non ha visitato Santa Sofia, la basilica bizantina divenuta moschea con gli ottomani, destinata a museo da Atatürk e dal 2020 tornata moschea con Erdogan. D’altra parte il presidente ha concesso uno spazio pubblico, l’Arena, per la Messa del Papa davanti a 4.000 fedeli, ed è la prima volta.
Meglio evitare confusioni, in ogni caso, Leone XIV sa che per il cristianesimo il momento è delicato. Nel suo primo viaggio, che oggi prosegue a Beirut, rimarrà infatti centrale la visita di venerdì a Iznik, la cittadina nell’Anatolia che si chiamava Nicea quando l’imperatore Costantino, nel 325, convocò il concilio che definì il Credo e la piena divinità di Gesù contro gli ariani che la negavano.
Prevost ha denunciato l’esistenza di un «arianesimo di ritorno, nella cultura odierna e a volte tra gli stessi credenti». Molti non credono più, va affrontata «la sfida di riscoprire in Cristo il volto di Dio Padre». Detto da un Papa, l’allarme è notevole: «Se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi».