Corriere della Sera, 30 novembre 2025
Orbán dallo zar rilancia il vertice di Budapest
essuna sorpresa, ma dure critiche. Le mosse del premier ungherese Viktor Orbán non stupiscono più gli alleati europei, che quasi danno per scontato che Budapest giochi una partita tutta sua, incurante delle sorti dell’Ucraina e del ruolo dell’Ue.
Ma Orbán non è l’unico a mettere i bastoni fra le ruote ai piani dell’Unione. Ora anche il premier belga De Wever sta complicando i negoziati che puntano a trovare un accordo tra gli Stati membri per usare gli asset russi immobilizzati per finanziare il prestito da 140 miliardi di euro per l’Ucraina. De Wever ha spiegato in una lettera inviata alla Commissione europea che proseguire con quello schema distruggerebbe le possibilità di un potenziale accordo di pace. Il Belgio si allinea, di fatto, alla narrativa di Budapest che si è detta a sua volta contraria. Il tempo stringe. I leader Ue si sono impegnati in ottobre a coprire le esigenze finanziarie di Kiev per il 2026 e il 2027 e nel vertice del 18 dicembre dovranno decidere come. Intanto domani il premier ucraino Zelensky sarà ricevuto dal presidente francese Macron per discutere «della situazione e delle condizioni per una pace giusta e duratura – ha fatto sapere l’Eliseo – in linea con i colloqui di Ginevra e il piano Usa, e in stretta consultazione con i partner europei».
La visita di Orbán a Mosca ha evidenziato una volta di più le divisioni interne alla Ue che su diversi temi, a partire dall’allargamento, deve decidere all’unanimità. Il cancelliere tedesco Merz, in conferenza stampa con il premier sloveno Golob in visita venerdì a Berlino, ha sottolineato che Orbán era «senza un mandato europeo», come era accaduto anche durante la sua missione a Mosca non appena l’Ungheria aveva preso la presidenza di turno dell’Ue nel luglio 2024. Orbán si è recato al Cremlino per negoziare con Putin forniture di petrolio e gas nonostante i divieti Ue. Inoltre si è offerto di nuovo di ospitare il vertice Usa-Russia. Budapest è insidiata da Istanbul: il presidente Erdogan ha ribadito la disponibilità della Turchia a diventare la sede dei colloqui tra Mosca e Kiev.