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 2025  novembre 28 Venerdì calendario

Renzi, i misteri e gli scandali dietro gli azionisti israeliani

Chi ha deciso la nomina dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi nel board di una società di immunoterapia biotech israeliana sinora non particolarmente brillante, Enlivex? Perché Enlivex, che valeva 21,8 milioni di dollari, ha raccolto 212 milioni? E perché l’azienda, quotata negli Usa al listino hi-tech Nasdaq, intende ora cambiare strada per sviluppare una “strategia di tesoreria cripto” di “token di previsione” Rain per le scommesse sportive? Ma soprattutto: chi sono davvero i nuovi soci di Renzi?
Nei giorni scorsi, Enlivex ha raccolto un valore pari a 10 volte la sua capitalizzazione di Borsa, 212 milioni di dollari, collocando 212 milioni di azioni a 1 dollaro l’una. Azioni pagate per meno di un decimo in contanti e per il resto in Tether, la stablecoin agganciata al valore del dollaro Usa. Mossa che rende difficile capire di chi sono materialmente i denari versati. L’unico a sottoscrivere azioni Enlivex in contanti è stato l’israeliano Barak Avramov, che ha versato 9,5 milioni di dollari cash e poi cripto Tether per un altro milione e mezzo. Il resto, secondo documenti ufficiali, ha provenienze misteriose: degli altri 201 milioni di dollari raccolti, tutti in Tether, uno arriva da un anonimo, 200 da nove società delle quali nessuna rende noto il proprio indirizzo: Ursa Trading, Token Factory Foundation, Tirim, SpinCycle Creative, Alfa, Gems Lab Foundation, Heaven Consulting, Forestown Trade (costituita alle Isole Marshall) e Sobrinia (registrata a Cipro).
Di certo c’è sinora che uno dei manager di Enlivex, l’israeliano Ofer Malka, è un imprenditore già dirigente del ministero dei Trasporti di Tel Aviv. Il nome di Malka (come svelato dal Fatto) appare in un’informativa della Guardia di Finanza inviata al Parlamento nel 2022, quando il Copasir cercava di capire se gli incarichi privati di Renzi avessero implicazioni di sicurezza nazionale.
Se in Italia il nome di Avramov non dice nulla, in Israele invece è ben noto alle cronache. Nato nel ’79, Avramov è un self made man della ristorazione con Andorra Investments Group, proprietario della catena di ristoranti Japanika. Dal 2016 al 2021 Avramov è stato il patron del Bnei Yehuda, club di calcio di Hatikvah, un quartiere di Tel Aviv. In quegli anni la squadra ha vinto due volte la Coppa d’Israele ma è poi retrocessa dalla Premier League. Nel 2018 Abramov è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio per la criminalità organizzata, ma è stato poi rilasciato.
Ma nel curriculum di Avramov c’è anche un altro passaggio importante. Ad agosto 2022 l’imprenditore ha comprato la squadra di calcio del Beitar Jerusalem da Moshe Hogeg. L’operazione fu finalizzata solo grazie all’intervento dell’ex sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, parlamentare del Likud, con l’iniezione di 600 mila dollari da un anonimo investitore sudafricano, ma a monte c’era lo scandalo che aveva travolto Hogeg. Tra il 2017 e il 2018 Hogeg, classe 1981, aveva raccolto oltre 250 milioni di dollari grazie a tre offerte iniziali di cripto (Ico) delle sue aziende Sirin Labs, Stx Technologies e Leadcoin. Poi a settembre 2022 ha lanciato la cripto Tomi, che però nel 2024 aveva già perso quasi il 97% del suo valore. In mezzo quello che non è un dettaglio: a novembre 2021 Hogeg era stato arrestato in Israele con l’accusa di truffa tramite le criptovalute e violenza sessuale, trattenuto per quasi un mese e poi posto ai domiciliari dietro la promessa di pagare una cauzione da 27 milioni di dollari. Ma a luglio 2022 Hogeg era stato nuovamente arrestato per non averla versata e ad agosto 2023 l’Unità nazionale antifrode israeliana (Nau) ha raccomandato di incriminarlo per aver frodato gli investitori per 290 milioni di dollari. Ad aprile scorso, dopo due anni di indagini, a Hogeg è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata e una serie di altri reati tra i quali furto, associazione a delinquere, falsità in scritture private, riciclaggio, evasione fiscale, aggressione sessuale. Le criptovalute, d’altronde, sono spesso un “campo dei miracoli” dove non è raro imbattersi nel Gatto e nella Volpe. Resta ancora una domanda: di chi sono davvero i 200 milioni di cripto Tether investiti in Enlivex?