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 2025  novembre 27 Giovedì calendario

Ustica, il gip: “Anche il governo si pronunci sull’archiviazione”

Non è solo un passaggio procedurale, la svolta inattesa emersa nell’udienza di ieri rimette al centro lo Stato italiano in una delle pagine più oscure della nostra storia: Ustica. Su richiesta di uno degli avvocati di parte civile, il gip Livio Sabatini ha disposto che anche la Presidenza del Consiglio venga informata della domanda di archiviazione dell’inchiesta sulla strage che il 27 giugno 1980 è costata la vita agli 81 passeggeri del Dc9 Itavia. Un passaggio tutt’altro che formale.
Lo Stato potrà scegliere se opporsi, affiancando i familiari delle vittime nel chiedere che le indagini non vengano chiuse. Una prospettiva sostenuta dal pm Antonio Clemente che ha ricordato che l’Italia è parte lesa a tutti gli effetti: dei cittadini italiani sono stati uccisi, un aereo italiano è stato abbattuto nei cieli italiani e ci sono stati risarcimenti pagati dallo Stato per responsabilità attribuibili ad altri.
È dentro questo quadro che il 19 dicembre si discuterà se porre fine all’inchiesta o rilanciare l’accertamento della verità. I familiari delle vittime, guidati da Daria Bonfietti, lo ripetono: «È doveroso che le indagini proseguano». Lo sostengono dopo decenni di omissioni, archivi mai aperti, basi militari “chiuse” solo sulla carta, e documenti – come quelli Nato depositati nel 2023 – che indicano zone d’ombra. Le indagini della Procura, iniziate nel 2008 dopo le rivelazioni di Cossiga, hanno confermato lo scenario già ricostruito dal giudice Priore: non un cedimento strutturale né un attentato interno, ma un missile o una near collision in un contesto di battaglia militare nei cieli. I legali delle vittime chiedono di approfondire piste tutt’altro che esaurite: l’operatività della base francese di Solenzara la sera della strage, la presenza nel Tirreno della portaerei Foch, i tracciati radar mai analizzati a fondo, e la testimonianza di Giovan Battista Sparla, che lavorava per l’Aeronautica a Bruxelles, secondo cui il Dc9 fu coinvolto in uno scontro tra caccia americani e libici.
Ora Sabatini dovrà decidere se archiviare o ordinare nuove perizie, come quella sull’ala destra del Dc9, e nuovi approfondimenti sui radar di Ciampino. Una scelta che pesa come 45 anni di verità negate. E che, per la prima volta, potrebbe vedere lo Stato italiano schierarsi al fianco delle famiglie per chiedere che il fascicolo resti aperto.