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 2025  novembre 27 Giovedì calendario

Una nuova specie di ostracode scoperta sull’Appennino parmense

In un torrente dell’Appennino parmense è stata scoperta una nuova specie di ostracode, piccoli crostacei protetti da una conchiglia, di dimensioni molto ridotte, che vivono perlopiù sui fondali. Il ritrovamento è stato oggetto di  uno studio pubblicato dalla rivista Zootaxa e firmato da Giampaolo Rossetti (Università di Parma), Ilaria Mazzini (Cnr-Igag) e Maria Cristina Bruno (Fondazione Edmund Mach). 
Gli ostracodi sono una classe di piccoli crostacei bivalvi comparsi oltre 450 milioni di anni fa e protagonisti di uno straordinario successo evolutivo. Nel corso della loro lunga storia hanno sviluppato strategie di sopravvivenza sorprendenti: alcune specie producono spermatozoi giganti, i più voluminosi di tutto il regno animale; altre si riproducono senza bisogno di sesso, con femmine che generano cloni di sé stesse; le uova degli ostracodi, inoltre, sono in grado di resistere a una completa essiccazione e restare vitali anche dopo molti anni. 
Gli ostracodi colonizzano ambienti molto diversi, dalle acque marine agli ecosistemi di acque interne, anche quelli sotterranei. Per esempio, sono presenti anche nella zona iporreica dei corsi d’acqua, cioè nel «materasso» ghiaioso del letto fluviale, dove l’acqua superficiale si mescola con quella di falda. L’articolo appena pubblicato su Zootaxa, intitolato «On the occurrence of the genus Schellencandona (Ostracoda, Candonidae) in Italy, with the description of a new species», riporta i primi ritrovamenti confermati in Italia di specie viventi del genere Schellencandona, che comprende ostracodi tipicamente legati alle acque sotterranee. 
Lo studio descrive anche una specie nuova per la scienza: Schellencandona antoniae, dedicata alla naturalista Antonia Cavalieri dei Parchi del Ducato. La nuova specie è stata rinvenuta nella zona iporreica del torrente Toncina, che confluisce nel Ceno nei pressi di Bardi. Presenta caratteristiche tipiche degli ostracodi sotterranei, tra cui assenza di occhi e dimensioni estremamente ridotte (gli adulti misurano circa 0,5 mm) che permettono di muoversi tra gli stretti interstizi dei sedimenti fluviali. 
Questa scoperta si aggiunge ad altre nuove specie di ostracodi sotterranei descritte negli ultimi anni dal gruppo di Ecologia acquatica del Dipartimento di Scienze chimiche, della vita e della sostenibilità ambientale dell’Università di Parma. Gli ecosistemi acquatici sotterranei restano tra i mondi più misteriosi e meno esplorati del pianeta. Le ricerche dimostrano che questi sistemi ospitano una sorprendente diversità di organismi adattati a condizioni estreme, come l’oscurità permanente e l’isolamento degli habitat. Gli ostracodi sotterranei, in particolare, rappresentano organismi modello per studi evolutivi ed ecologici.