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 2025  novembre 27 Giovedì calendario

Vivendi, Bolloré a rischio Opa. Per lui un conto da 3,5 miliardi

La Corte di Cassazione francese deciderà domani se un anno fa, prima della scissione di Vivendi, Vincent Bolloré esercitava un controllo di fatto sul gruppo. In quel caso, Bolloré potrebbe trovarsi costretto a riacquistare fino al 70% dei titoli in circolazione tramite un’Opr (operazione pubblica di ritiro). In gioco c’è una somma compresa tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro.
Nel 2024 Vivendi ha annuncia un progetto di scissione in quattro entità: Havas, Canal+, Louis Hachette Group e Vivendi SE. Il fondo attivista Ciam si è rivolto all’Autorità dei mercati finanziari (Amf) per obbligare il gruppo Bolloré a presentare un’offerta pubblica di ritiro (Opr), ma nel novembre 2024 l’Amf ha risposto che il gruppo Bolloré non poteva essere considerato come controllante della società Vivendi. A dicembre 2024 l’assemblea generale di Vivendi ha approvato il progetto di scissione con oltre il 97,5% dei voti. Ciam ha fatto ricorso ma ha perso la prima battaglia davanti al tribunale commerciale, che ha respinto le sue richieste. Il 22 aprile 2025, la situazione è cambiata di colpo a favore di Ciam. La Corte d’appello di Parigi ha annullato la decisione dell’Amf, nonostante fosse stata confermata in primo grado, ritenendo che Vincent Bolloré esercitasse un controllo di fatto su Vivendi, grazie alla sua influenza personale.
Ieri gli avvocati del gruppo Bolloré e quelli del fondo attivista Ciam hanno esposto le loro argomentazioni durante un’udienza pubblica dinanzi alla Corte. L’avvocato di Vivendi, Alain Benabent, ha sostenuto che la corte d’appello aveva «oltrepassato i propri poteri» riconoscendo a Bolloré il controllo di fatto su Vivendi. «Il gruppo Bolloré non controlla Vivendi», ha dichiarato, minimizzando l’influenza personale di Vincent Bolloré. Il fondo attivista CIAM, azionista di minoranza critico nei confronti di Vivendi e dei Bolloré, ha ribattuto tramite il suo avvocato Patrice Spinosi, chiedendo uno standard «realistico e pratico» per determinare il controllo societario. Spinosi ha esortato la corte a esaminare con maggiore severità le strategie degli azionisti che, pur rispettando formalmente le soglie legali, ne eludono di fatto l’efficacia.
Una decisione sfavorevole a Bolloré metterebbe sotto pressione le finanze della famiglia. Gli analisti di JPMorgan stimano al 35% la probabilità che a Bolloré venga imposto un riacquisto.