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 2025  novembre 27 Giovedì calendario

Spray, botte e lacrimogeni. La polizia contro i licei rivali

Spray urticante negli occhi, studenti malmenati, un ragazzo fermato e portato in custodia cautelare per avere osato protestare contro un poliziotto che spruzzava gas lacrimogeno sui volti: la violenza degli agenti torna in primo piano a Parigi, e non per una manifestazione finita male o per gli atti di vandalismo di casseur di periferia, ma per un intervento senza precedenti che ha messo fine, in modo drammatico, al vecchio e pacifico rito della «guerra degli abeti» tra i due licei migliori di Francia, rivali fra loro.
I licei Henri-IV e Louis-le-Grand, a Parigi, sono da secoli il cuore delle élite, le scuole dove hanno studiato presidenti della Repubblica, primi ministri e grandi intellettuali (tra gli altri, Emmanuel Macron e Michel Foucault nel primo, Jacques Chirac e Roland Barthes nel secondo, Jean-Paul Sartre in entrambi). A distanza di pochi metri l’uno dall’altro e vicini alla piazza del Pantheon, nei pressi del Jardin du Luxembourg, in uno degli angoli più belli della capitale, rappresentano il Sacro Graal della conferma di status o della (rara) ascesa sociale: negli annunci immobiliari del quartiere, una casa diventa davvero imperdibile se oltre all’esposizione a Sud, al balcone e al piano alto può vantare la preziosissima sectorisation Henri IV, cioè un numero civico che dà diritto all’iscrizione alla scuola media (piccola possibilità in più di entrare poi nel liceo).
Tranne eccezioni, per estrazione, ambizioni e probabile destino gli allievi non sono esattamente vandali predisposti alla ribellione, e infatti il momento di loro maggiore follia arriva ogni anno quando i liceali partecipano alla «guerra degli abeti»: una specie di rito goliardico in base al quale Henri-IV e Louis-le-Grand si contendono gli alberi di Natale posti dal comune nella piazza del Pantheon come decorazione per le feste.
È una tradizione studentesca talmente radicata da essere accettata e persino favorita dai presidi dei due istituti e dal municipio del VI arrondissement, che partecipa all’organizzazione: in place du Pantheon ci sono i grandi alberi di Natale decorati, pensati per tutta la cittadinanza e per i turisti, ma poi il comune fornisce pure qualche abete lasciato sul selciato, pronto per essere portato via dai ragazzi: vince chi riesce a prenderne di più, e a esporli poi come trofei nell’entrata del proprio liceo. Non granché come minaccia all’ordine pubblico, eppure qualche sera fa il gioco è stato interrotto da alcuni agenti in borghese della Bac (Brigata anti criminalità), che si sono mescolati ai ragazzi e hanno cominciato a usare gas lacrimogeni ad altezza d’uomo. Di fronte allo stupore dei ragazzi, si sono messi al braccio la fascia con la scritta «Police», e hanno proseguito disperdendo la piccola folla.
«L’intervento è stato così rapido e improvviso che ha subito creato il caos», dice Clara, una delle ragazze che partecipava al gioco della «guerra degli abeti». «I poliziotti erano aggressivi, abbiamo cercato di parlare loro con calma, ma l’agente minacciava di arrestarci e poi qualcuno è stato sbattuto a terra. Un abuso di potere». In uno dei tanti video della serata si vede un poliziotto in abiti civili che si aggira tra i ragazzi e senza preavviso spruzza il gas negli occhi, e poi insegue e malmena uno studente che osa protestare in difesa di una sua amica.
I circa 200 ragazzi si sono precipitati verso l’unica fontana del Panthéon o nei bar vicini. Il rettorato di Parigi dice che «gli studenti che avevano bisogno di cure sono stati assistiti dall’infermeria della scuola e quattro di loro sono stati portati al pronto soccorso oftalmico dell’ospedale Cochin». Un episodio che conferma il difficile momento nei rapporti tra la polizia, che lamenta di non essere abbastanza rispettata dai cittadini e sostenuta dalle autorità, e la popolazione.