il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2025
L’imam di Torino spedito in Sicilia: “In Egitto rischia”
Espulso con decreto del ministro dell’Interno, per aver giustificato il fatto del 7 ottobre, definendolo un atto di resistenza, durante una manifestazione a favore della Palestina. Il rimpatrio viene però bloccato dal giudice, che considera l’Egitto un Paese a rischio per i diritti umani, ma nel frattempo di Mohamed Shahin, imam del quartiere torinese di San Salvario, si sono perse le tracce per un giorno: “In altri luoghi e in altre epoche si sarebbe parlato di un desaparecido, perché è stato portato via senza che la famiglia sapesse dove. Se venisse davvero rimpatriato sarebbe a rischio tortura perché è un dissidente di Al-Sisi”. È quanto denuncia Gianluca Vitale, codifensore del predicatore con Fairus Ahmed Jama: “Dopo 24 ore di blackout abbiamo appreso che si trova a Caltanissetta, nel Cpr di Pian del Lago. Un’anomalia che ne lede il diritto alla difesa: avrebbero potuto portalo tranquillamente a Torino, c’era posto”. Il decreto è stato emesso dopo un’interrogazione della vicecapogruppo alla Camera di FdI Augusta Montaruli.