corriere.it, 26 novembre 2025
Sarkozy, nuova condanna definitiva per il caso Bygmalion: l’ex presidente potrebbe essere costretto al braccialetto elettronico, ma non tornerà in carcere
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Nicolas Sarkozy contro la sua condanna nel caso Bygmalion, accogliendo la linea dall’avvocato generale dello Stato e condannando definitivamente l’ex presidente.
«La Corte di Cassazione conferma la decisione della corte d’appello che ha condannato il candidato alle elezioni presidenziali (Nicolas Sarkozy nel 2012, ndr), il suo direttore di campagna e due direttori del partito politico che lo sosteneva, per finanziamento illegale della campagna elettorale», si legge in un comunicato. Sarkozy non tornerà in carcere ma sarà costretto probabilmente a portare di nuovo il braccialetto elettronico.
Si tratta di un altro processo rispetto a quello di cui si è parlato nelle ultime settimane, che riguardava invece l’associazione a delinquere per ottenere finanziamenti illeciti dalla Libia di Gheddafi nella prima campagna elettorale, quella vittoriosa del 2007 contro Ségolène Royal. In quel processo Sarkozy è stato condannato in primo grado, ha trascorso in prigione 20 giorni ed è stato scarcerato per raggiunti limiti di età (70 anni) e perché non presenta rischio di fuga né di reiterazione della pena. In questo caso Sarkozy ha presentato appello e sarà giudicato di nuovo dal 16 marzo al 3 giugno 2026.
Qui si tratta invece del processo cosiddetto Bygmalion, per le fatture false nella seconda campagna elettorale, quella perduta nel 2012 contro François Hollande. A Sarkozy viene contestato di avere speso 42,7 milioni di euro, quando l’importo massimo consentito dalla legge era di 22,5 milioni. Per mascherare questa irregolarità e il superamento del plafond per ben venti milioni di euro, l’entourage di Sarkozy ha organizzato un sistema di fatture false con la società di comunicazione politica Bygmalion e la sua filiale Event & Cie. Quest’ultima ha fatturato al partito della destra gollista Ump (ora Les Républicains) spese che in realtà riguardavano non il partito ma la campagna elettorale presidenziale. E di questo sistema ha beneficiato il candidato Sarkozy, che comunque non è riuscito a farsi rieleggere.
La linea di difesa di Sarkozy è stata simile a quella sui finanziamenti libici: se ha beneficiato di fondi indebiti, questo è successo per iniziativa dei suoi collaboratori che non lo hanno informato. Nel conferire la Legion d’Onore a Jérôme Lavrilleux, uno dei dirigenti di Bygmalion, Nicolas Sarkozy aveva elogiato nell’ottobre 2012 quella che ai suoi occhi era la sua principale qualità: «Non ci disturba con cose che non ci riguardano». Ma i giudici hanno sottolineato che il revisore dei conti aveva segnalato due volte lo sforamento delle spese: «Il candidato è stato avvisato, prendendo atto del superamento del limite massimo». In appello, i giudici hanno poi ribadito che «Nicolas Sarkozy ha ostinatamente ignorato le regole sul limite massimo, che conosceva perfettamente».
Per Sarkozy si tratta della seconda condanna in via definitiva, dopo quella del dicembre 2024 nel caso delle intercettazioni telefoniche (in quel caso, chiamato Bismuth, Sarkozy era stato condannato a 3 anni di reclusione, di cui 2 con la condizionale, per corruzione e traffico di influenze, e aveva portato il braccialetto elettronico alla caviglia). Pochi minuti dopo la sentenza della Cassazione che conferma la condanna per Sarkozy, i suoi avvocati hanno annunciato che stanno valutando con l’ex presidente la possibilità di presentare un ultimo ricorso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.