Corriere della Sera, 26 novembre 2025
«Dico basta a presidenti e tecnici che vogliono gestire l’Italia»
«Ci sono politici dello sport che pensano di essere geni: se uno è davvero un genio non va a dirigere una federazione sportiva ma scopre la penicillina. Io che genio non sono, dopo una vita al servizio del basket posso permettermi di dire tutto quello che penso: certi atteggiamenti devono finire. Basta».
A cosa dice basta Gianni Petrucci, ex numero uno del Coni, eterno nume tutelare della Federbasket, alla vigilia del debutto della Nazionale di Luca Banchi alle qualificazioni della World Cup 2027?
«Ai presidenti di società e agli allenatori che pensano di gestire loro la Nazionale dicendo al commissario tecnico, come se gli facessero un grande favore: “Oggi posso darti questo, questo e quel giocatore”».
Ogni riferimento a Italia-Islanda è puramente casuale? Milano vi ha concesso solo Tonut, Bologna che aveva reso disponibile Nicola Akele l’ha ritirato senza spiegazioni.
«Non faccio riferimenti. Ma da adesso in poi quando la Nazionale convoca un atleta il suo arrivo, oltre che un onore, è un obbligo. Altrimenti si applica il Regolamento Federale e scatta la squalifica in campionato».
È una presa di posizione dura.
«Quando Banchi chiede un giocatore lo fa stando ben attento a non penalizzare il team: la Nazionale la deve fare lui. Capirei qualche timore se campionato o Eurolega fossero alla fase finale: ma siamo a novembre!».
Anche Gattuso ha problemi: con date e stage.
«Capisco Gattuso e capisco il presidente Gravina. Capisco anche i presidenti del basket: investono e vogliono risultati, gestiamo due sport che hanno tutti i problemi del professionismo. Con loro non interromperò mai il dialogo ma certi atteggiamenti sono sbagliati».
Gattuso ci porterà ai Mondiali?
«Sì, certo».
Abbiamo alcuni tra i miglior giovani giocatori di basket al mondo che devono emigrare per giocare titolari nei club
«È un problema di coraggio di presidenti e allenatori. Per i giovani in Nazionale ci sarà sempre spazio. Domani sono curioso di vedere Luigi Suigo».
Suigo che a 18 anni gioca in Serbia. Combattuti tra campionato ed Eurolega, adesso ci troviamo anche con il progetto Nba.
«Nba e Formula 1 sono le uniche realtà mediatiche planetarie dello sport. Il progetto Nba Europa coinvolge città importanti come Roma e Milano, sento parlare di Real Madrid e Manchester United pronte a entrare in gioco. So quanto l’Nba tenga all’Italia: siamo l’unica nazione europea inclusa nel progetto Under 13 che sta avendo un successo pazzesco».
Si parla però di soglie finanziarie di ingresso astronomiche, di possibile stravolgimento di una struttura nazionale basata su realtà medio-piccole e di un Eurolega in difficoltà.
«Invito a volare più alto. Grosse realtà hanno grosse risorse, il campionato non verrà toccato, l’Eurolega francamente non è di mia competenza».
Serviranno impianti all’altezza.
«A Roma il progetto per coprire il Centrale del Tennis è molto avanti e di un palazzetto a Tor Vergata si parla da tempo mentre l’Arena olimpica di Santa Giulia a Milano è lì che ci aspetta. Non dobbiamo avere fretta ma nemmeno porci dei limiti».
Ettore Messina ha lasciato Milano.
«Messina è parte della mia storia. È stato il mio primo allenatore, è il più vincente, fa e farà parte della galleria dei campioni».
Lunedì il Consiglio federale ha comminato a Trapani un punto di penalizzazione in aggiunta ai 4 di inizio campionato. Il presidente Antonini promette fuoco e fiamme.
«Ecco perché sono favorevole a una giustizia sportiva esterna. Perché così noi mettiamo nero su bianco quello che segnala la Commissione per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario: Trapani non ha versato all’Agenzia delle Entrate una rata di 120 mila euro che scadeva a maggio, il Manuale Licenze prevedeva un punto, un punto è stato tolto».
C’è un altro fascicolo aperto su Trapani?
«Se la Commissione segnala, agiremo come da manuale».
Quindi, più in generale, giustizia federale finalmente indipendente?
«Sì, basta che a fare i giudici sportivi del basket mettano qualcuno che capisca di basket. Fareste gestire un processo penale a un divorzista?».
Sei mesi di Luciano Buonfiglio alla presidenza del Coni, dopo il fondamentale contributo di Petrucci per vincere la sfida con Pancalli. Bilancio?
«Luciano sta lavorando da uomo di buonsenso. Ha capito che il Coni non è più quello di Petrucci, Carraro e Malagò, sa che adesso i soldi li mette Sport e Salute e ragiona in modo pragmatico».
Il futuro di Malagò?
«Lo sa solo lui».
I soldi sono pochi: da quest’anno il basket, come tutte le federazioni, paga affitto e utenze.
«Il modello è questo, dobbiamo contribuire alle spese e io sono felice di farlo».
I fatti di Rieti, l’omicidio del povero autista del bus di Pistoia ha scioccato tutti.
«Un episodio di criminalità, un gesto di insensata violenza. A chi dice che le procedure richieste dal Viminale per identificare i tifosi sono macchinose rispondo che tutto ciò che può servire per evitare una tragedia simile va fatto».
A proposito di presidenti federali, Angelo Binaghi e il suo tennis sembrano giocare in un campionato diverso.
«Binaghi parla come Trump. Vola in alto, forse troppo. Non vorrei finisse nella stratosfera».