Corriere della Sera, 26 novembre 2025
Il Consiglio giudiziario boccia il pm dei casi Pifferi ed Equalize
Quasi mai il Consiglio giudiziario di un distretto esprime al Consiglio superiore della magistratura (Csm), di cui è terminale locale, parere negativo a una delle 7 valutazione di professionalità alle quali in carriera ogni 4 anni è soggetto un magistrato e dalle quali dipendono scatti di stipendi e chance di carriera. Ma a Milano il Consiglio giudiziario – all’unanimità dei membri togati (4 pm e 10 giudici eletti, più i due membri di diritto e cioè il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Ondei e la procuratrice generale Francesca Nanni), e col voto cumulativo che le nuove regole fanno affidare dall’Ordine forense ai 4 membri avvocati – ha bocciato ieri la valutazione di professionalità del pm del pool antimafia Francesco De Tommasi: per «difetto del prerequisito dell’equilibrio» nell’indagine per falso e favoreggiamento (sentenza l’1 dicembre) sulle psicologhe del carcere e sull’avvocata (Alessia Pontenani) di Alessia Pifferi, condannata in Appello a 24 anni per aver lasciato morire di fame e sete la figlia di 18 mesi. De Tommasi è oggi il pm dell’inchiesta sui dossieraggi dell’agenzia Equalize dell’ex amministratore di Fiera Milano, Enrico Pazzali, delicatissima anche per gli emersi rapporti di Pazzali con vertici GdF, dirigenti del Palazzo di Giustizia milanese e 007. Nel 2024 perquisizioni firmate dal solo pm, e non anche dalla contitolare Rosaria Stagnaro, disvelarono sulle psicologhe (e una volta in via indiretta sull’avvocata) due mesi di intercettazioni ignare a Stagnaro e ai procuratori aggiunti: De Tommasi aveva avvisato, la sera prima delle perquisizioni, solo il procuratore Marcello Viola, che infatti nei giorni successivi, mentre Stagnaro lasciava il fascicolo, aveva comunicato (anche al ministro Nordio) di non vedere criticità negli atti di De Tommasi, neanche nella diretta iscrizione delle indagate (in teoria ricadente nell’alveo di un altro pool) come costola dell’iniziale fascicolo. Bersaglio di un esposto e di uno sciopero dei legali, De Tommasi (difeso dal pm Alessandro Gobbis) al Consiglio giudiziario ha ripetuto di essersi dimenticato di avvisare la collega, rinnovandole le scuse ma per il resto rivendicando la correttezza procedurale delle proprie iniziative, che riproporrà ora al Csm. Se il Csm sposa il parere negativo di un Consiglio giudiziario su un magistrato, costui (oltre allo stop di carriera) è rivalutato già dopo un anno nella sua professionalità: e in caso di prerequisito ancora negativo, decade dalla magistratura.