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 2025  novembre 26 Mercoledì calendario

L’indagine sui dossieraggi di Striano. Melillo contro l’ex capo della Finanza

L’ex comandante generale della Guardia di Finanza, il generale Giuseppe Zafarana, ne era certo: «Per fortuna l’abbiamo preso, il Giuda... chi ha sbagliato deve pagare, senza sconti». Riferimento diretto a Pasquale Striano, il finanziere appena individuato come responsabile dell’accesso abusivo alle banche dati riservate sul conto del ministro della Difesa Guido Crosetto. L’affermazione è citata dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo nella relazione inviata ai pm che indagano sui presunti dossieraggi realizzati dietro lo schermo della Dna dove lavorava Striano. Accompagnato da una sua opinione che è di tutt’altro avviso.
«A tale riguardo – scrive Melillo nella relazione allegata agli atti di chiusura del fascicolo della procura di Roma – ebbi a esprimere chiaramente la mia ancora ferma convinzione che non tutto potesse ricondursi alla teoria della “mela marcia”, suscitando l’ostentata meraviglia del dott. Zafarana». Melillo racconta anche l’ulteriore reazione del generale: «Mi chiese se volessi farlo “nuovamente” preoccupare, per poi mostrarsi turbato dinanzi alla mia laconica osservazione circa l’esistenza di plurime ragioni per escludere che quanto emerso potesse ricondursi all’azione di una sola persona».
Ma Melillo va anche oltre nel prendere le distanze dalla versione del generale. Intanto sulla data del loro colloquio, che fissa a settembre 2022 e non a giugno. Poi su altre due punti delicati. Il primo è il riferimento al fatto che Striano gli venne indicato come «affidabile interlocutore» per la gestione del servizio Sos (segnalazione operazioni sospette) della Dna dallo stesso Zafarana e dal generale Umberto Sirico (responsabile dei reparti speciali della Gdf) nel luglio 2022. Melillo riferisce anche del diniego di Zafarana su questa circostanza, che poi aggiunse «dinanzi allo stupore evidentemente rivelatosi sul mio viso», che fu Sirico a fargli il nome di Striano.
La seconda precisazione del procuratore è sul fatto che «nessun riferimento, nemmeno indiretto, venne fatto alle persone e alle funzioni di Antonio Laudati (il viceprocuratore della Dna che coordinava il gruppo Sos, anch’egli indagato, ndr)». Piuttosto, Zafarana riportò a «voci di stampa» non meglio precisate «che riconducono alla Dna la fuga di notizie».
A margine dei diversi ricordi, resta il dato impressionante dei documenti scaricati da Striano nel triennio 2019-2022, così come certificati da una nota della stessa Dna: 349.055, vale a dire oltre 28 volte in più di quelli scaricati dal secondo più attivo in questa classifica (12.262). Attività che ancora non si sa da chi sia stata commissionata, escludendo che possano essere tutti effettuati per i giornalisti del quotidiano Domani, in collegamento con Striano e anche loro indagati. «Appare di tutta evidenza come i dati afferenti allo Striano – scrive Melillo – non possano che riferirsi a operazioni di esportazione di documenti della banca dati, anche mediante utilizzo della funzione di download massivo, potendosi ritenere inverosimile che uno stesso utente possa aver consultato migliaia di documenti in una sola giornata (anche oltre undicimila documenti in data 11 agosto 2021 ma comunque più di cinquecento in almeno duecento giorni)».