Corriere della Sera, 26 novembre 2025
«Invita all’insubordinazione». Hegseth evoca la corte marziale per il senatore astronauta Kelly
Mark Kelly, senatore democratico, ex astronauta ed ex capitano pilota della Marina decorato, è ora sotto inchiesta del Pentagono: rischia un processo davanti alla corte marziale dopo che Donald Trump ha definito l’invito ai militari a rifiutare ordini illegali (cosa prevista dalla legge) «una sedizione punibile con la pena di morte».
Il caso è iniziato la scorsa settimana con sei parlamentari democratici, tutti veterani, che in un video si sono rivolti ai militari con parole che hanno fatto infuriare il presidente: «Le leggi sono chiare: potete rifiutare gli ordini illegali». Non hanno citato casi specifici, ma in un’intervista Kelly ha detto che un domani i militari che hanno distrutto 21 imbarcazioni colpite in acque internazionali per ordine di Trump che sostiene di aver ucciso, così, 83 narcotrafficanti venezuelani (dice che è una guerra ma non ha mai interpellato il Congresso), potrebbero essere accusati di crimini. La contestazione potrebbe riferirsi anche all’impiego di truppe per interventi di ordine pubblico in varie città. Qualche tribunale ha già bloccato questi interventi, ma Trump vuole tirare dritto.
Semplici minacce del presidente, per alcuni, ma nel secondo mandato un Trump sempre più autoritario fa seguire alle parole i fatti. E così, mentre fallisce (per ora) il tentativo di vendetta contro due suoi avversari, l’ex capo dell’Fbi James Comey e la procuratrice di New York, Letitia James (le incriminazioni da lui sollecitate sono state dichiarate illegali da un tribunale federale), anche il Pentagono, dopo il ministero della Giustizia, diventa strumento di rappresaglia politica.
Il ministro della Difesa, Pete Hegseth, ha aperto un’indagine per «serio comportamento illegale» nei confronti del senatore Kelly in base a una norma, lo Uniform Code of Military Justice, che consente al Pentagono di richiamare in servizio gli ex militari per punirli o mandarli davanti alla corte marziale in caso di reati contro le forze armate. Per Hegseth quello di Kelly è un invito all’insubordinazione che crea confusione e mette in pericolo la sicurezza dei militari combattenti. Per i democratici e gli esperti di giurisprudenza militare quanto detto in quel video è in linea con la legge: lo US Manual of Martial Court stabilisce che l’obbligo di eseguire le disposizioni ricevute «non si applica agli ordini chiaramente illegali, come quelli che implicano la spinta a commettere un crimine».
C’è, poi, un’obiezione procedurale: il richiamo forzato in servizio di ex militari per processarli riguarda reati commessi quando l’imputato era ancora nelle forze armate.
Kelly ha reagito con veemenza a tutto questo: «Non mi farò intimidire. Ho dato troppo a questo Paese per essere zittito da questi bulli».
Hegseth, scatenato contro Kelly («dice cose spregevoli, sconsiderate e false»), prova a replicare anche sul piano legale: per lui il senatore si è comportato come se fosse ancora in servizio perché ha usato il passato militare per dare autorevolezza alle sue parole. Poi va oltre negando che ci possano essere ordini illegali: «Tutti gli ordini hanno una presunzione di legalità e vanno eseguiti».
La legge dice altro. I giuristi la legano a una fattispecie chiamata in gergo «Nuremberg defense» e nasce da precedenti storici: al processo di Norimberga furono proprio i magistrati americani a respingere la giustificazione dei capi militari della Germania nazista responsabili dei campi di sterminio. Sostenevano di aver solo eseguito gli ordini di Hitler: furono condannati, alcuni a morte.