repubblica.it, 25 novembre 2025
Pandorogate, chiesti per Chiara Ferragni un anno e 8 mesi. Lei in aula: “Ho agito in buona fede”
Un anno e 8 mesi. È la richiesta di condanna avanzata dal pm Christian Barilli e dell’aggiunto Eugenio Fusco per Chiara Ferragni, nell’ambito del processo che la vede imputata per truffa aggravata per la vicenda dei pandori e delle uova di Pasqua griffate. In aula, l’influencer ha reso dichiarazioni spontanee: “Abbiamo sempre fatto tutto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato”, ha detto.
Questa mattina Ferragni ha preferito evitare la calca di giornalisti e telecamere: è arriva in tribunale mezz’ora prima dell’udienza. È il secondo appuntamento al quale partecipa, assistita dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini. Oggi si è svolta la requisitoria del pm Christian Barilli e dell’aggiunto Eugenio Fusco.
Chi le sta accanto la descrive serena ma ovviamente preoccupata, tuttavia convinta – come ha più volte ribadito anche attraverso i suoi legali – di non aver commesso alcun reato.
“Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti”, ha spiegato l’influencer a margine della scorsa udienza, blazer scuro e camicia bianca, alla selva di telecamere e cronisti che l’attendeva fuori dall’aula della terza penale.
Oggi, dunque, la requisitoria dei pm. Durante la prossima udienza del 19 dicembre l’arringa della difesa. A gennaio atteso il verdetto.