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 2025  novembre 23 Domenica calendario

My fair Paddington ora balla a teatro

A figura dell’orso Paddington, con il suo cappello rosso di feltro, il cappotto blu, la valigia e un cartellino al collo, è diventata onnipresente e amata da tutti. È il protagonista di tre film hollywoodiani. La sua immagine campeggia su contenitori per il pranzo, tazze, tutine e innumerevoli altri articoli. È stato celebrato con diverse statue in Inghilterra ed è una vera e propria attrazione turistica a Londra, dove è possibile acquistare la “Paddington’s Emergency Marmalade” e visitare “The Paddington Bear Experience”. E ora, a circa settant’anni dalla sua creazione per mano dell’autore britannico Michael Bond, arriva sul palcoscenico con Paddington: The Musical, in scena al Savoy Theatre di Londra. 
Ecco come uno degli orsi più amati al mondo è passato dalle pagine di un libro per bambini alle luci del West End. Tutto è iniziato alla vigilia di Natale del 1956. Bond stava facendo acquisti al grande magazzino Selfridges di Londra quando vide un orsacchiotto solitario su uno scaffale, «che sembrava molto triste», ha raccontato in un’intervista. Si allontanò, ma poi tornò indietro. «In qualche modo, mi dispiaceva per quell’orsetto tutto solo». Bond comprò il giocattolo come regalo di Natale per sua moglie e lo chiamò Paddington, dal nome della stazione ferroviaria vicino alla loro casa di Londra. Ispirato dal piccolo orsetto, Bond, che all’epoca era cameraman per la Bbc, iniziò a scrivere storie. Sebbene non avesse alcuna intenzione di pubblicare un libro, ne completò uno in dieci giorni. L’editore William Collins & Sons lo acquistò per 75 sterline. 
«Paddington è eternamente ottimista e torna sempre alla carica, non importa quante volte le sue speranze vengano deluse», ha dichiarato Bond al Guardian nel 2014. È in parte ispirato ai bambini ebrei profughi che arrivarono in Inghilterra durante la sua infanzia, negli anni Trenta, con etichette al collo che riportavano i loro nomi e indirizzi, ha raccontato al quotidiano. «Paddington, in un certo senso, è un rifugiato, e penso che non ci sia spettacolo più triste dei rifugiati».
In totale, Bond ha scritto quasi trenta libri su di lui, che hanno venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in almeno quaranta lingue. Il debutto nel 1958, A Bear Called Paddington ("Un orso chiamato Paddington"). Il protagonista proviene dal “Perù più oscuro”, una lontana regione immaginaria del Paese sudamericano, dove vive con sua zia Lucy fino a quando lei lo manda a Londra mentre si prepara a trasferirsi in una casa per orsi in pensione. È un lungo viaggio. Ma Paddington arriva alla stazione di Paddington con un cartello che recita: «Per favore, prendetevi cura di questo orso. Grazie». Paddington viene trovato dal signor e dalla signora Brown, che lo portano a casa loro al 32 di Windsor Gardens, dove la sua nuova vita include i figli dei Brown, Judy e Jonathan, la loro governante, la signora Bird, un vicino scontroso, il signor Curry, e un antiquario di origine ungherese, il signor Gruber.
Sia Paddington che il suo look classico sono invecchiati bene. Sebbene numerosi illustratori lo abbiano disegnato nel corso dei decenni – per libri, piccolo schermo, grande schermo e infiniti souvenir – il suo aspetto è rimasto invariato. Ancora oggi, nonostante sia diventato una star di Hollywood, indossa il suo inconfondibile montgomery blu, un cappello di feltro floscio e stivali da pioggia rossi. Ma più che il suo abbigliamento a restare immutata è la sua essenza, che aiuta a spiegare la sua popolarità attraverso diverse generazioni. Paddington rappresenta la gentilezza e l’accettazione, spiega Sonia Friedman, una delle produttrici di Paddington: The Musical, in un’intervista video.
Negli anni ’70, Paddington è passato dalle pagine dei libri al piccolo schermo con la serie televisiva Paddington Bear. Era diverso dalla maggior parte degli altri programmi per bambini dell’epoca: mentre gli altri personaggi della serie erano rappresentati da disegni animati, Paddington era un pupazzo animato in stop-motion. Ne sono stati trasmessi quasi sessanta episodi dello show, e Bond ha scritto personalmente le sceneggiature. Il programma è tornato negli anni ’80 e ’90 con episodi speciali. Nel corso degli anni, la serie è stata trasmessa in altri Paesi, tra cui Stati Uniti e Giappone. Dal piccolo schermo c’era solo un posto logico dove Paddington potesse andare: il grande schermo. I suoi tre film live action Paddington (2014), Paddington 2 (2017) e Paddington in Perù (2024) – sono amati da bambini, adulti e critici. Il secondo episodio ha anche prodotto una scena di danza memorabile in cui Hugh Grant, che interpreta il delizioso cattivo del film, balla in una scintillante tuta rosa da prigioniero.
Non capita spesso che un orso venga invitato a Buckingham Palace. Ma Paddington non è un orso qualsiasi. Nel 2022, nell’ambito dei festeggiamenti per il giubileo di platino della regina Elisabetta II, per celebrare i suoi settant’anni di regno, Paddington è apparso in un video in cui ha condiviso un tè pomeridiano pieno di contrattempi con la monarca visibilmente deliziata, catapultandosi a uno status quasi reale. Quando poi Elisabetta morì, quello stesso anno, «Paddington è diventato un vero e proprio simbolo», dice Eliza Lumley, un’altra produttrice del nuovo musical. Tra i tanti omaggi floreali, alcuni partecipanti al funerale hanno lasciato dei peluche di Paddington fuori dal palazzo in onore della regina. Paddington è presente anche in forma solida nelle strade inglesi. C’è una sua statua nella stazione che porta il suo nome e l’anno scorso sono state installate altre 23 sculture, la maggior parte delle quali temporanee, in tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda per promuovere l’uscita di Paddington in Perù.
Il musical è una grande produzione con le musiche di Tom Fletcher, membro della pop rock band McFly. Le produttrici rivelano che lo spettacolo è stato realizzato in circa sette anni. Nato per onorare uno dei personaggi più amati della Gran Bretagna, un orso arrivato a Londra vulnerabile e solo, con nient’altro che una valigia e la richiesta di sua zia Lucy che qualcuno si prendesse cura di lui.