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 2025  novembre 25 Martedì calendario

Vendola fuori dal Consiglio: «Non ce lo meritavamo». La «vendetta» del vincitore

«Siamo fuori. Che disastro, non ce lo meritavamo proprio». Nichi Vendola, da una parte, è livido. Al comitato di Avs la delusione è bruciante: «Ce l’abbiamo messa tutta. È davvero un peccato». «Nichi» continua a compulsare i numeri dello spoglio dal suo cellulare. Mancano all’appello almeno mille voti, un gap irrecuperabile. L’ex governatore, colui che nel 2005 architettò la «primavera pugliese» rilanciando la Puglia in mezzo mondo, è fuori dal Consiglio regionale. E pensare che il leader nazionale Nicola Fratoianni, in campagna elettorale, ipotizzava addirittura di arrivare all’8%. Invece la lista di Alleanza Verdi e Sinistra ha incassato un flop clamoroso. Nessuno se lo aspettava. Anche perché Vendola, da queste parti, gode ancora di grande credito per il suo buongoverno e simpatia tra la gente.
Ma oltre alle conseguenze di una legge elettorale abbastanza contorta, Avs ha subito una diabolica vendetta da parte di Antonio Decaro, eletto con percentuali da «re di Puglia». Partiamo dal primo fattore. Per entrare in Consiglio, la soglia prevista dal sistema pugliese è del 4%, percentuale che però non si calcola in senso assoluto, bensì sui voti validi ai candidati presidente: «E pensare che questo sistema lo approvarono i consiglieri quando ero governatore io. Una legge strabiliante: in Campania con il 4% abbiamo due eletti, mentre in Puglia zero», ricorda amareggiato Vendola. L’effetto letale per Nichi & co è stato però innescato dal secondo fattore, politico. Per capire bene bisogna riavvolgere il nastro alla scorsa estate. Decaro, per candidarsi con il Campo largo, aveva posto due condizioni: «Non si devono candidare né Vendola né il presidente uscente Michele Emiliano». Un rifiuto a priori. Ben ponderato, per evitare di essere poi condizionato da figure troppo ingombranti. Un braccio di ferro drammatico, poi l’accordo a metà: sì al passo indietro di «Michelone» (convinto dalla segretaria del Pd Elly Schlein con un posto alla Camera nel 2027), ma no a quello di «Nichi», perché è di un altro partito: Avs, appunto. Decaro non ha gradito e anche grazie al suo dna socialista ha pianificato una strategia precisa. Nelle sue liste civiche, il neo governatore ha dragato molti candidati di «area Vendola», portandoli con sé. E così almeno un «ex» vendoliano è stato candidato in ognuno dei sei collegi. I voti sottratti a sinistra non sono stati una marea, ma sufficienti a saldare quel conto in sospeso, per non aver fatto quel passo indietro, come Emiliano.
E adesso la strada verso il grande ritorno in Parlamento si fa molto dura per Vendola, che dopo la grande rentrée puntava alle elezioni politiche tra un anno e mezzo. «Venivamo da una lunga traversata nel deserto, fuori dalle istituzioni pugliesi, e abbiamo pagato un conto pesantissimo – conclude amareggiato Vendola —, ma non ci arrendiamo di certo e continueremo a fare politica per questa terra meravigliosa. Decaro? Gli mando un forte abbraccio e un grande in bocca al lupo».