La Lettura, 23 novembre 2025
Ho rivisto Pretty Woman. È arrivata alla Casa Bianca
Ha compiuto 35 anni una delle commedie di maggiore successo nella storia del cinema: «Pretty Woman» uscì negli Usa il 23 marzo 1990 e arrivò nelle sale italiane il 14 luglio dello stesso anno. Diretto da Garry Marshall, è interpretato da Richard Gere (aveva allora 41 anni) e Julia Roberts (23 anni). Ha incassato 463 milioni di dollari. La trama: Edward Lewis è un affarista miliardario senza troppi scrupoli che acquista compagnie in difficoltà per spezzettarle e rivenderle. A Los Angeles per chiudere un nuovo affare, sfreccia in Hollywood Boulevard diretto al suo hotel ma perde la strada. Chiede informazioni a una giovane prostituta, Vivian Ward, che gli fa ritrovare la strada ma perdere il cuore. La storia è brillante, con una intrigante colonna sonora e una sceneggiatura vertiginosa (Lei: «Perché prendi sempre l’attico se soffri di vertigini?». Lui: «Perché non hanno ancora fatto attici al primo piano»). C’è un cattivo naturalmente, l’avvocato di Edward, Philip Stuckey (interpretato da Jason Alexander): un cannibale negli affari che cerca di approfittare di Vivian. Sarà sconfitto. Edward si redime, insegue Vivian e vivranno...
Versione #MeToo
Vivian è una giovane attrice costretta, per sbarcare il lunario, a lavorare in un locale come entraineuse. Qui una sera, ubriaco come spesso gli capita, arriva Edward, talentuoso regista di successo. Colpito dalla ragazza, le chiede di passare la notte insieme per una cifra considerevole. Vivian, valutando lo stato di Edward, pensa che i soldi sono molti e il rischio di doversi concedere scarso e accetta. Finiscono nel lussuoso hotel dove Edward vive (è a Los Angeles per alcuni sopralluoghi). Edward, come previsto, si addormenta subito. La mattina Vivian, dopo essersi resa conto di chi è davvero, resta con Edward finché si sveglia. Edward non ricorda niente ma, durante un dopo-sbornia ricco di dialoghi frizzanti, è di nuovo colpito da Vivian e le chiede di fargli da accompagnatrice per la settimana che deve passare in città – dietro compenso – senza che nell’accordo sia previsto il sesso.
A una festa dove la conduce, Vivian conosce Stuckey, il potente produttore del film di Edward, che si capisce subito essere uno che approfitta della sua posizione per procurarsi le grazie delle attrici che lavorano con lui. Intanto Edward ha scoperto che l’aspirazione di Vivian è recitare, ma le manca una vera preparazione attoriale: la porta perciò da un amico acting coach che, in una serie di scenette divertenti, le insegna alcuni trucchi fondamentali per stare sullo schermo.
Nel frattempo Stuckey ha invitato Vivian nel suo ufficio con la scusa di un provino e, dopo avere cercato di convincerla con le buone, le salta addosso proprio quando arriva Edward che, fraintendendo quello che vede, pensa che Vivian lo abbia usato per fare carriera. La loro relazione si interrompe bruscamente; Edward la abbandona davanti al club dove l’ha incontrata mettendole in mano i soldi che le aveva promesso. Vivian è distrutta per l’umiliazione e perché si stava innamorando di Edward; e lui di lei. Decide almeno di vendicarsi del perfido Stuckey e gli fa sapere che ha deciso di cedere alle sue lusinghe. Si vedono in una stanza d’albergo in cui Vivian si presenta munita di uno smartphone con cui registra il dialogo nel quale Stuckey dice chiaramente che se fa sesso con lui le offrirà una parte in un film. Lo convince ad andare nella doccia dove promette di raggiungerlo; invece si precipita al «Los Angeles Times» dove consegna la registrazione a un giornalista che in precedenza avevamo visto investigare su Stuckey.
Le rivelazioni di Vivian provocano un’inchiesta che porta alla luce le malefatte del produttore: decine di attrici trovano finalmente il coraggio di rivelare di aver subito un trattamento simile. Stuckey viene travolto dallo scandalo ed Edward capisce di non aver capito niente. Va a cercare Vivian ma lei ha deciso di cambiare vita totalmente e di tornare agli studi di sanscrito all’università dell’Oklahoma, abbandonati per il miraggio di Hollywood. Sta già andando all’aeroporto. In una sequenza mozzafiato in montaggio alternato Edward, che stava girando un poliziesco, avverte la sua troupe di allestire un finto posto di blocco che gli consenta di arrivare da Vivian prima che lei se ne vada. Ci riesce all’ultimo minuto e davanti a tutta la troupe le dichiara il suo amore e le chiede se vuole diventare la sua terza moglie, offrendole anche la parte principale nel suo prossimo film. I due si baciano appassionatamente mentre la troupe applaude e alla script girl spuntano le lacrime.
Versione Maga
Vivian è un’attrice porno con velleità di carriera politica. Si iscrive al Partito Repubblicano e forma un comitato per essere eletta al Senato della Louisiana con un programma incentrato sull’economia, sullo sviluppo del ruolo femminile negli affari e sulla difesa dei minori. Durante un comizio incontra Edward, un imprenditore di una ventina d’anni più anziano che ha fatto fortuna nel settore immobiliare. Con pratico spirito degli affari i due si accordano per una notte di sesso mercenario. Trascorrono alcune ore di fuoco, in cui durante l’amplesso lui la sculaccia con una copia di «Forbes».
La mattina dopo Edward le propone di vedersi tutte le sere per il tempo che resterà in città, sempre in cambio di soldi. Qui entra in scena il sordido Stuckey, l’avvocato di Edward. Anche Edward, infatti, sta per scendere in politica, ma con l’ambizione molto più impegnativa di diventare il candidato repubblicano alla Casa Bianca con un programma improntato al ripristino dei valori tradizionali. Ovvio che una relazione con un’attrice porno, per quanto compagna di partito, non sia considerata opportuna, visto che Edward è anche sposato. Stuckey le offre perciò 130 mila dollari per stare zitta e farsi da parte. Vivian accetta i soldi, ma non se ne va, perché Edward, che si è invaghito di lei anche da un punto di vista – per così dire – culturale, le promette di farla Ministro per la Gioventù se sarà eletto.
Stuckey allora concepisce un complotto: offre a Vivian parecchi soldi per passare una notte anche con lui (nonostante sia ormai impotente per un intervento alla prostata, di cui veniamo a sapere in un flashback). Vivian, dotata di genuino spirito imprenditoriale, accetta. Stuckey fornisce a Edward prova dell’infedeltà (virtuale) di lei ed Edward la caccia.
Lei allora chiama i giornali e rivela tutto. Parte una lunga guerra legale in cui viene coinvolta anche l’Fbi, scoppia uno scandalo che rischia di rovinare la campagna di Edward ma in una scena di grande impatto emotivo Vivian gli confessa che nessuno l’ha mai sculacciata come aveva fatto lui e che in realtà con Stuckey non era successo niente. Per amore ritirerà le rivelazioni consentendogli di diventare presidente. Lui confessa che non è mai stato così felice come quella sera con la copia di «Forbes» in mano. In un’ultima, toccante sequenza Vivian si fa tatuare sopra il pube l’enorme disegno di una grande rosa con accanto un orologio che segna il passare del tempo, mandandone l’immagine a Edward prima del discorso inaugurale. A lui si inumidisce il ciglio, ma si riprende e arringa la folla dicendo che tornerà a fare grande l’America. Giunto alla Casa Bianca, ne fa demolire un’intera ala con la scusa di miglioramenti estetici. In realtà ci costruisce un appartamento per Vivian che, nominata portavoce del governo, andrà a vivere porta a porta con Edward in una relazione segreta ma piena di felicità, diventandone insieme l’amante e la consigliera politica.
Questo soggetto funzionerebbe bene anche come documentario, poiché largamente basato sui fatti reali che hanno coinvolto Donald Trump e la pornostar Stormy Daniels (tatuaggio e copia di «Forbes» compresi). Ma si potrebbe anche immaginare una versione drammatica e socialmente impegnata, diciamo in stile Ken Loach, ispirata allo scandalo Epstein: in questo caso Vivian sarebbe una povera ragazza inglese come Virginia Giuffre che viene introdotta ai festini con minorenni in cui incontra Edward/Trump, se ne innamora ma viene abbandonata perché «scomoda» e finisce male. Epstein prende il ruolo di Stuckey e finisce male pure lui, mentre imprevedibilmente Edward diventa presidente. La stessa storia funzionerebbe bene in mano a uno come Martin Scorsese: in questo caso con l’inevitabile inserimento nel plot della mafia italo-americana.
Versione Paola Cortellesi
Italia, 1946. Viviana è una donna sposata a Ivano, un marito possessivo, manesco e fedifrago. Ha tre figli che cerca di crescere al meglio, soprattutto la ragazza, per la quale immagina un destino diverso dal suo. Tra i vari lavoretti che fa per arrotondare ci sono le iniezioni a domicilio, per le quali si sposta per Roma. Una sera, avendo perso l’ultimo tram, è costretta a tornare a casa a piedi e per fare prima attraversa un quartiere malfamato frequentato da prostitute. Capita in mezzo a una retata alla quale sfugge solo grazie all’intervento di Edward, un agente afroamericano della Polizia Militare che si impietosisce, capendo che lei non c’entra niente. Anzi, le indica come rintracciarlo nel caso avesse bisogno di lui.
Tornata a casa, Viviana viene picchiata dal marito per il ritardo ingiustificato e per non avere preparato la cena. Solo la figlia la difende. Stanca e avvilita, Viviana ricontatta Edward e lo rivede. Tra i due nasce un sentimento pudico che si sviluppa in varie scene che citano alcune sequenze dei capolavori del neorealismo italiano. Viviana giustifica sempre le sue uscite con la scusa delle iniezioni ed è Edward che le dà i soldi da portare a casa: questo genera in Viviana la disagevole sensazione di essere una mantenuta e di essere caduta da un matrimonio-prigione in una relazione bella ma ambigua.
Il comportamento di Viviana suscita tuttavia i sospetti di Ottorino Stucchi, il suocero, uomo insopportabilmente maschilista, che la segue e scopre dell’esistenza di Edward. Sordidamente, la ricatta pretendendo che vada a letto con lui. Viviana si sente sempre più prigioniera di una ragnatela che la soffoca. Disperata, accetta la proposta di Stucchi ma ha un piano. Nella lurida pensione in cui si appartano lo fa spogliare sul letto e gli chiede di voltarsi per fargli un massaggio. In realtà gli somministra a tradimento un’iniezione che gli procura un infarto, essendo lui già debole di cuore. Stucchi verrà trovato solo il giorno dopo, ma gli eventi precipitano. Viviana adesso teme di poter essere scoperta e decide di fuggire in America con Edward, di cui ormai è apertamente innamorata. Prima, però, deve sistemare la figlia. In una scena piena di pathos le consegna i risparmi perché possa andarsene a Milano a studiare, facendosi promettere che non si farà mai mettere sotto da un uomo. Il giorno dopo prepara le valige e parte ma non va subito da Edward, che l’aspetta in stazione. È il 3 giugno e come ultimo e definitivo gesto di emancipazione ha deciso di andare a votare al referendum. Nel frattempo, però, il marito è venuto a sapere del suo piano di fuga e si precipita al seggio per impedire a Viviana di votare e di andarsene. Ignaro, Edward aspetta, sempre più inquieto.
Ivano arriva proprio mentre Viviana esce dal seggio. Si avvicina minaccioso ma all’improvviso, quasi per magia, tutte le donne presenti gli si fanno incontro per proteggere Viviana. Ivano è costretto a battere in ritirata. C’è un lungo e commovente scambio di sguardi tra le presenti, poi Viviana sale sul tram per la stazione. Edward le va incontro dicendole: «Abbiamo perso il treno... Oggi non ne partono più...». Viviana sorride e risponde: «Non importa. C’è ancora domani».
Versione horror-romance
Londra, inizio Novecento. Vivian è una giovane sbandata che vive di elemosina, prostituzione ed espedienti, tra cui la donazione di sangue a pagamento. Una sera, dopo avere borseggiato un paio di passanti, cerca di sfilare l’orologio a un uomo dall’aspetto benestante. Costui, però, se ne accorge con una reazione che ha qualcosa di soprannaturale. In effetti, Edward, questo il suo nome, è un vampiro e ha poteri speciali. Invece di consegnarla alla polizia, la invita nel suo palazzo, con l’intenzione di cibarsi di lei. Edward, che conserva certi standard estetici anche nel vizio, le offre un bagno e una toilette; Vivian accetta volentieri. Spiandola mentre si spoglia e si pettina, Edward è colto da una rivelazione: Vivian assomiglia in modo sorprendente alla sua amata, defunta 400 anni prima, e per la cui morte è stato dannato avendo maledetto Dio secondo la ben nota storia resa famosa da Dracula.
Perciò, invece di morderla, si limita a sedurla, invitandola a rimanere con lui. Vivian, però, ha un animo ribelle e al mattino, quando Edward è costretto nella sua stanza buia per la conclamata fotofobia dei vampiri, ne approfitta per andarsene alleggerendo Edward di tutto quello che può e riprendendo la sua vita randagia.
A questo punto scatta, da parte di Edward, la ricerca frenetica di Vivian, complicata dal fatto che sulle sue tracce s’è messo il professor van Stuckel, famoso cacciatore di vampiri. Ci sono scene d’azione ricche di colpi di scena, durante una delle quali Edward, mordendo una nobildonna che abbiamo già visto soffrire di anemia e sottoporsi a trasfusioni, avverte che dentro di lei scorre il sangue di Vivian. Capisce così che Vivian è una donatrice e questo scatena una gelosia insopportabile: Edward è disposto a tollerare il tradimento sessuale, ma non quello ematico.
Van Stuckel, che ha intuito che Edward è sulle tracce della reincarnazione della sua antica amata, e che costei è proprio Vivian, organizza una trappola, facendo finta di essere un medico che cerca donatori di sangue. Nel tetro ospedale in cui è stato organizzato il tranello avviene lo scontro finale. C’è una feroce battaglia tra van Stuckel ed Edward, non priva di connotazioni filosofiche perché durante il duello i due discutono del significato del bene e del male nonché del senso dell’eternità. La suspense è intensificata dal fatto che Vivian è rimasta attaccata a una macchina per il prelievo che, fuori controllo, le sta estraendo tutto il sangue. Alla fine van Stuckel è sconfitto, ma Edward non riesce a intervenire in tempo e Vivian muore.
Tutto sembra perduto, ma il vampiro innamorato ha un’intuizione. Beve tutto il sangue pompato dal corpo di Vivian e, una volta morsa la giovane alla carotide, glielo rimette in circolo riportandola in vita; o meglio, nello stesso stato di non morte in cui si trova lui. I due possono finalmente concedersi l’un l’altra per sempre, non prima che Edward si sia fatto promettere da Vivian di smetterla con le donazioni di sangue.
Versione «Guerre stellari»
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana... Edward Starchaser è un famoso cavaliere Jedi che si reca su Coruscant per una riunione dei superstiti dell’antico ordine guerriero. Vuole ricostituirlo per combattere l’Oscuro Potere, la nuova arma che l’Impero sta costruendo per sottomettere l’intera galassia. Fuorilegge e ricercati, i cavalieri si sono dati appuntamento su un pianeta da bassifondi del cosmo. Infatti, come copertura, s’incontrano nel bordello di Viviana, principessa decaduta a maitresse interstellare. Il raduno degli Jedi sarebbe subito scoperto a causa di una spia, ma è proprio l’intervento di Viviana a eliminare il pericolo. Starchaser è colpito da un sentimento di attrazione per Viviana ma lei, che ormai ha chiuso con gli uomini (e anche con altre specie planetarie), gli dice che gli offrirà protezione solo in cambio di soldi. Starchaser glieli promette anche se non ha il becco di un quattrino, convinto di riuscire a convincerla prima o poi con l’amore. Ad ogni modo, incarica i suoi droidi UnoDueTre e SHEM-8 di cercare soldi in qualche modo: questo dà lo spunto per alcuni sketch particolarmente divertenti. Sulla scena compare Jibbo-de-Stuckey, il socio di Viviana, che viene a riscuotere la sua quota di guadagni. Nonostante l’astuzia di Viviana, l’infido Jibbo-de-Stuckey intuisce che c’è qualcosa di strano nel bordello e assume il cacciatore di taglie Cassio Permulian per investigare. Cassio scopre presto quello che sta succedendo, ma è di nuovo Viviana che sventa il pericolo attirandolo nella propria alcova e uccidendolo con una pratica erotica estrema (nella versione vietata ai 18 anni; in quella per tutti lo pugnala e basta).
Vedendo Cassio Permulian entrare nella stanza di Vivian, Starchaser fraintende e perde il senno; scappa su un altro pianeta alla ricerca di conforto e consiglio presso l’antico maestro Yoghi, che ha l’insospettabile sembianza di un procione lavatore. Convinto da Yoghi a non fare lo scemo per amore, che qui si tratta del destino dell’universo, Starchaser torna al bordello, dove scopre che gli altri Jedi sono stati tutti uccisi e Viviana è prigioniera. Jibbo-de-Stuckey, infatti, ha venduto tutti al terribile Da’r Halema, il capo dello Stato maggiore imperiale, che è uno Jedi venduto al lato oscuro della Forza. Si arriva all’inevitabile duello finale, durante il quale si scopre che Da’r Halema è in realtà suo zio in seconda per parentela acquisita dopo il divorzio della madre di Edward Starchaser – donna di facili costumi, osserva Da’r Halema con l’aria di uno che sa di quel che parla. Sentire diffamato l’onore della madre rende ancora più feroce la reazione del cavaliere, che uccide Da’r Halema (ma non si capisce bene se muore davvero, il personaggio potrebbe venire buono in un sequel...). Intanto Viviana riesce a liberarsi di Jibbo-de-Stuckey con il solito giochetto (sempre in doppia versione) e corre tra le braccia di Starchaser. Mentre lui sta per baciarla, Viviana gli rivela che: 1) lei preferisce le femmine, non necessariamente umane; 2) è in realtà sua sorella per via di un complicato scambio di culle che le è stato rivelato da Jibbo prima di morire. Edward Starchaser ci resta male, ma decide comunque di partire con Viviana per salvare la galassia. E poi non si sa mai che in una prossima puntata si scopra che Viviana si era sbagliata, almeno sulla faccenda di essere sua sorella.
Versione nuovo millennio
Vivian è una ventitreenne sfrontata che lavora come spogliarellista in uno strip club di New York. Una sera, sapendo parlare il russo grazie alla nonna uzbeka, le viene affidato un cliente molto ricco: Edvard, viziatissimo rampollo di un oligarca moscovita. Attratto da lei, il ragazzo le chiede di rivedersi nella villa di famiglia dove si trova in vacanza studio. Vivian accetta, spinta da calcoli materiali ma anche da una sincera simpatia. I due consumano diversi rapporti sessuali a pagamento nei giorni seguenti finché Edvard le offre 15 mila dollari per fare la sua fidanzata durante un’intera settimana. Vivian accetta e lo accompagna a Las Vegas, dove fanno baldorie in hotel a cinque stelle e casinò. L’ultima notte Edvard le chiede di sposarlo: inizialmente scettica, Vivian si lascia convincere. Può così lasciare il suo lavoro e trasferirsi da Edvard, immergendosi nel ruolo della moglie devota, che lui riempie di regali. Anche Edvard è al settimo cielo: prende la green card grazie al matrimonio e corona il sogno di non tornare più in Russia dagli odiati genitori.
Questi ultimi però vanno su tutte le furie e si mettono in volo per New York, dopo avere ordinato al loro faccendiere Stuckey di ottenere l’annullamento del matrimonio. I due gorilla che Stuckey spedisce alla villa, Garnik e Igor’, si fanno sfuggire Edvard, che in preda al panico abbandona la moglie. Stuckey chiede aiuto a Vivian per ritrovarlo. La ragazza protesta contro l’annullamento delle nozze, ma si vede costretta ad accettarlo, in cambio di un futuro pagamento di 10 mila dollari. Passano il resto del giorno guidando per Brooklyn tra disavventure varie alla ricerca di Edvard, prima di trovarlo ubriaco nel club dove Vivian lavorava. Il gruppo va allora a informare i genitori di Edvard, appena atterrati. Vivian prova a presentarsi alla suocera, che però subito le chiarisce che una persona come lei non farà mai parte della famiglia. Vivian fa appello a Edvard, ma lui, ormai stufo, si limita a constatare freddamente che il loro matrimonio è impossibile. Vivian si rassegna a firmare i documenti per l’annullamento una volta atterrati a Las Vegas, mandando tutti al diavolo. Stuckey incarica Igor di riportare Vivian a New York. I due trascorrono un’ultima notte nella villa degli Zacharov in attesa che la banca apra e Vivian incassi i 10 mila dollari pattuiti: entrambi si rinfacciano quanto accaduto il giorno prima nella villa. Il mattino dopo, Igor’ la accompagna a casa e prima di lasciarla le restituisce la fede nuziale, rubata dal cappotto di Stuckey. Vivian è colpita dal gesto e fa sesso con lui in macchina, ma quando Igor’ cerca di baciarla si ferma e scoppia in un pianto dirotto tra le sue braccia. Fine.
Cosa? Dite che questa l’avete già sentita? Certo, è il riadattamento della voce dedicata da Wikipedia ad Anora, il film di Sean Baker che ha vinto la Palma d’oro a Cannes e cinque Oscar nel 2025. Definito una rivisitazione di Pretty Woman ai tempi di Trump, Aldo Spiniello su «Sentieri selvaggi» scrive che Anora «porta fino alle estreme conseguenze il suo discorso sulla deriva oscena del presente. Quella per cui la ricchezza è sinonimo di felicità». No, non ci sono più le commedie romantiche di una volta...