Il Messaggero, 24 novembre 2025
Paltrinieri: «Il futuro? Un fiume caldo e la laurea»
Come va il nuoto, Gregorio Paltrinieri?
«Per il momento soft: solo un allenamento la mattina, non ho ancora cominciato con i doppi. Lo farò presto. Ma un po’ ormai devo centellinare, forzare sarebbe controproducente e un po’ i prossimi Europei sono avanti nell’estate, fine luglio a Parigi».
Però una gara c’è già scappata…
«Sì, un 1500 a Carpi».
Vasca da 25 metri: più difficile contarle anziché nuotarle le 60 vasche…
«Ma no le ho contate, non l’ho mai fatto; nuoto, ogni tanto alzo la testa, vedo sul tabellone a che punto sono. E poi quasi quasi è meglio non contarle…».
Meglio nuotare senza corsie?
«Io credo che adesso non sceglierei neppure se mi mettessero una pistola alla tempia. Rifare i 1500 è stato piacevole: non mi succedeva più da Parigi 2024; c’ero rimasto veramente male quest’estate ai mondiali di Singapore, quando non ho potuto farli per via del dito rotto in mare: stavo bene, certo Wellbrock stava benissimo in quell’acqua lì, però anche io mica stavo male e in piscina chissà…».
In piscina adesso c’è un bel gruppo di ragazzi che nuotano poco sopra i 14:30 nei 1500.
«Sì sì, sono parecchi, tutti giovani ben più di me; però con i miei tre migliori tempi, avrei vinto a Singapore e con il crono di Parigi avrei preso l’argento».
Torna Parigi, e lei torna a Parigi, nella Senna tanto per cominciare.
«Già, pare che si gareggi di nuovo lì: allora l’acqua era sporca e soprattutto freddissima; in un fiume avevo gareggiato solo una volta in vita mia, non ricordavo niente. È stata una gara bruttissima quella olimpica. Adesso dicono che l’acqua sia più pulita: la Senna è stata balneabile quest’estate, ho visto foto e video. A meno che non abbiano fatto tutto con l’intelligenza artificiale…».
A proposito: lei è un frequentatore dell’IA?
«Diciamo che un po’ ci gioco. Ci sono miei amici parecchio assidui. In fondo è divertente: puoi chiedere anche con che timbro di voce vuoi sentire la risposta, c’è chi la chiede sensuale… Certo ci sono parecchie questioni filosofiche da chiarire. Io per le mie ricerche mi affido ancora ai “vecchi motori”».
E per arrivare pronto alla Senna andrà ad allenarsi “a fiume”?
«Fabrizio, il mio allenatore, e io ci stiamo pensando; in Italia è più difficile, troppo freddi. Forse ce n’è uno adatto in Spagna, ma vedremo».
Quando pensa al folto gruppetto di concorrenti?
«Dormo lo stesso».
E fa esperienza senza corsie…
«L’esperienza è una delle cose che contano di più nel nuoto di fondo: la strategia è determinante, sono tutte gare diverse che vanno affrontate in modo diverso. Io sto imparando ancora».
Fisicamente come va?
«Sono appena uscito da un controllo medico al gomito e mi hanno rassicurato. È passato un anno e mezzo, mi hanno tolto la vite, è rimasto un buco nell’osso, ci hanno messo una specie di cartilagine, sta ricrescendo, c’è tempo perché vada a posto del tutto, ancora un dolorino ogni tanto, ma c’è tempo…».
Effettivamente Los Angeles, anzi Long Beach sono lontani nello spazio e nel tempo. Già ha nuotato sul posto?
«Sono stato a Los Angeles, ma ho nuotato un po’ più su. L’acqua era fredda. Forse lo sarà anche allora: si sta discutendo se da muta o senza. Il confine è a 18 gradi: 17,9° muta, 18,1° senza. È molto diverso: è vero che la muta tiene a galla di più, però le sensazioni e i movimenti cambiano».
Comunque la temperatura sarà misurata “opportunamente”…
«Beh forse sì, come a Singapore, acqua sporca e che ti faceva bollire. Vincono sempre altre ragioni che non quelle degli atleti, ma mi pare che cominciamo ad essere ascoltati un po’ di più».
In che cosa, come rappresentante degli atleti al Coni, sarà ascoltato insieme con i suoi colleghi?
«Stiamo lavorando a un programma che si sta avviando, quello della “dual career” per gli studenti-atleti, cioè un cammino di studi che consenta le due cose e le favorisca. Come in America o in Australia. Qualcosa si sta muovendo. Quando dico “favorisca” non mi riferisco a favori nell’apprendere ma alle opportunità di farlo, un calendario che renda possibile un certo tipo di frequenza, un certo calendario di esami, non “non studiare”. Tanti ragazzi smettono perché le due cose insieme sono difficili. È capitato anche a me. Penso a un programma con un tutor, penso anche ai licei, alle palestre, alle scuole che possono organizzarsi e vanno supportate: sono appena stato in una a Modena, hanno messo su una parete per l’arrampicata sportiva: qualcosa si sta muovendo e non può che far bene»
Ha detto che prima o poi riprenderà. Cosa vorrebbe studiare?
«Filosofia mi piacerebbe, anche se sul piano concreto forse scienze politiche: vedremo. La vita non è solo sport…».
Vedremo anche un Paltrinieri schermidore magari per rispondere alle stoccate della sua compagna, Rossella Fiamingo?
«Ci sto pensando: vorrei salire in pedana se non altro per dimostrarle che non sono “troppo scoordinato” come dice lei».
Ma in acqua è meglio per un Greg: una volta si è definito “artista dell’acqua” presentando il suo programma di nuoto e ambiente “Dominate the water”” che ha preso molto piede, ora è impegnato in questo nuovo programma dell’Arena, “Planet Water. No Lanes”, il nuoto come il suo è arte, senza corsie.
«La confidenza con l’acqua, la sicurezza in acqua, il rispetto dell’acqua: sono tutte cose decisive nella vita di ciascuno, no?».
E poi servono moltissimo per l’inclusione.
«È uno dei risultati che lo sport sta raggiungendo. Lo vedo anche nel nuoto: io non credo a tutte quelle teorie che vogliono, per esempio, i neri non adatti al nostro sport, le ossa pesanti, la muscolatura differente. Ma di che? Visto la Curtis da noi, la Manuel negli Stati Uniti, Lliendo in Canada per citare i più recenti? Credo che sia solo una questione di cultura: un ragazzo nero che in America va al College ha in mente il basket, il baseball, il football, gli hanno insegnato e inculcato così: al nuoto non pensa. Però se ci pensa…».
Migliorato il Greg chef? Rossella una volta si è lamentata che Paltrinieri ai fornelli…
«Macché: sempre a zero. Forse anche questa è una questione di cultura, purtroppo…».
E la sua Juventus?
«Insomma… L’ho vista poco negli ultimi tempi, ma forse non mi sono perso niente».
Ora con Spalletti?
«L’ho conosciuto a qualche premiazione: credo che un allenatore nuovo, comunque, non possa che fare bene in certi casi».
L’altro giorno, a un quiz in tv, “L’eredità”, la domanda era: nel nuoto azzurro chi ha vinto l’oro olimpico nei 100 dorso a Parigi 2024? Il concorrente ha risposto «Gregorio Paltrinieri». Perché il nuoto, mare, fiume, vasca, è Greg, il campione di tutto.