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 2025  novembre 24 Lunedì calendario

“Mancano bagnini”. Così Venezia va a cercarli in Sud America

«Buscamos guardavidas para el verano de 2026 en Véneto. En playas y piscinas en Venecia». Succede anche questo, nell’ennesimo settore in crisi di vocazioni. «Non ci sono più bagnini» allarga le braccia William Dalla Francesca Damiani, a capo di Turismo Srl Wela, società con sede a Venezia, che ogni estate dà lavoro a 150 bagnini dei 3 mila che ogni anno presidiano i litorali della regione. «Ma la prossima estate potrebbero mancarne un migliaio. E le spiagge non possono stare senza» spiega.
Per questo, le società che si occupano di presidiare le spiagge stanno correndo ai ripari, con una campagna di reclutamento che ha superato – e di molto – i confini nazionali, spingendosi fino in Spagna, ma pure nei Paesi dell’America Latina, con il coinvolgimento delle ambasciate locali. «Abbiamo individuato i Paesi dove la lingua è simile alla nostra. E, quanto al Sud America, con stagioni invertite. Oltre allo stipendio, offriamo l’alloggio. E speriamo che qualcuno si faccia avanti» dice Dalla Francesca Damiani, che nel frattempo ha anche costituito un coordinamento ad hoc, per raggruppare le imprese venete, emiliane e trentine che si occupano di salvamento. «Nella speranza di avere un peso maggiore in sede di trattative» dice reduce da un incontro, avuto domenica scorsa a Cavallino Treporti, con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Ci ha assicurato che si occuperà della questione, dopo le elezioni».
Ma la crisi di personale, tra i bagnini, ha radici profonde. Si spiega con la crisi demografica, con stipendi non ritenuti adeguati rispetto alle responsabilità (si parla di 1700-1800 euro al mese), con alloggi che non sempre vengono garantiti e con la previsione di sanzioni anche molto salate, in caso di infrazioni. E poi con il nuovo contratto nazionale, che ha dimezzato gli stipendi garantiti, finita la stagione estiva.
A questo si è aggiunto il decreto ministeriale 85 del 2024, che ha riformato il percorso di formazione, assegnando la responsabilità dell’organizzazione alla sola Federazione Italiana Nuoto, presieduta da Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Federazione che – complice l’arrivo di una sfilza di ricorsi – non ce l’ha fatta. «E quindi, per un anno, non sono stati formati bagnini» spiega Dalla Francesca Damiani, motivando così la proiezione della carenza, per la prossima estate. «Nei mesi, le segnalazioni sono state tantissime: da parte di parlamentari, persino da Confindustria. Ma la questione rimane e non è stata sbloccata» aggiunge. «Salvini mi ha promesso che sarà lui a contattarci. Speriamo, altrimenti non ho alcun problema a tornare da lui».