repubblica.it, 24 novembre 2025
Daspo aereo ai passeggeri indisciplinati: “Non voleranno più fino a 4 anni”. La svolta in Francia
La Francia introduce il Daspo dei cieli. Il ministero francese dell’Aviazione civile potrà includere i passeggeri “perturbateurs” – i disturbatori incalliti dei voli – in una lista nera. Se iscritti, i viaggiatori indisciplinati non potranno più imbarcarsi con una compagnia transalpina per due anni, che diventeranno quattro in caso di recidiva durante i primi 24 mesi di interdizione.
Il Daspo scatterà nel caso una persona metta a rischio la sicurezza del volo o l’incolumità del personale viaggiante come degli altri passeggeri. Interdizione anche per danneggiamenti all’aereo oppure ad altri beni presenti a bordo.
Alcune infrazioni, meno gravi, possono portare a una multa. Scatteranno nel caso il viaggiatore turbolento si ostini a utilizzare dispositivi elettronici (come il cellulare, il pc, le insidiose power bank) quando l’equipaggio ne ha vietato l’impiego in una certa fase o per l’intero volo; ostacoli le attività di sicurezza del personale di cabina; si rifiuti di obbedire a un’istruzione di sicurezza.
Questi comportamenti scorretti porteranno, in prima battuta, a multe da 10.000 euro. Queste si spingeranno fino a 20.000 euro nel caso il passeggero ricada in un comportamento vietato a un anno dal primo errore.
Persone di ogni nazionalità potranno finire nella lista nera o essere multate (italiani inclusi), purché viaggino in una delle 101 compagnie registrate in Francia (con Air France, Transavia France, Air Corsica come principali). Compagnie da cui i passeggeri indisciplinati verrebbero esclusi “a tempo”, fino a 4 anni.
L’aeroporto di decollo o atterraggio, quello non conta. La sanzione monetaria o l’iscrizione nella black-list minacciano di colpire il passeggero che dà di matto sul Parigi-Roma di Air France, anche se poi sbarca in Italia.
Quando un turista finisce nell’inferno della lista nera dopo un viaggio di andata, non potrà fare il viaggio di ritorno con il vettore francese, neanche se ha pagato già il biglietto per rientrare.
E le garanzie per le persone indisciplinate? Limitate. L’autorità competente è il ministro incaricato dell’Aviazione civile, che decide sulle multe e sui divieti di imbarco. Il passeggero sotto accusa avrà un mese di tempo per difendersi, dopodiché il ministero sarà libero di infliggere l’ammenda o il Daspo.
Nel frattempo, le compagnie includeranno i dati sul sanzionato in una banca dati nazionale delle persone nocive, gestita dalla Direzione dell’aviazione civile. Da quel momento, qualsiasi vettore potrà verificare se un passeggero è stato già oggetto di una multa o di un divieto di imbarco. Il solo tentativo di imbarcarsi quando si è titolari di un Daspo porterà a una ammenda da 3.750 euro.
In Francia la stretta – approvata per decreto il 5 novembre e adesso operativa con la pubblicazione nel Journal Official – è effetto di una degenerazione evidente nei comportamenti. Le compagnie francesi hanno denunciato 1.781 atti di inciviltà nel 2024 contro i 1.050 del 2021. L’aumento, in tre anni, è del 70 per cento.
L’Italia è – almeno in apparenza – un Paese tranquillo. I dati del garante dei cieli Enac registrano 80 segnalazioni di “passeggeri sregolati” nel 2022 (pari a 0,45 casi ogni 10.000 voli). Sono quasi il doppio del tasso del 2021 e del 2019, ma comunque pochi. Per il 2023, Enac indica 90 segnalazioni. Il nostro garante, nel suo Manuale di formazione, impone sia alle compagnie e sia ai gestori degli scali di formare il personale alla gestione del viaggiatore “distruttivo”, pena delle sanzioni.
In Italia nessuna legge ad hoc prevede multe amministrative standard e una lista nera nazionale per i passeggeri indisciplinati. Il sistema si regge su un mosaico di norme, penali e speciali. L’articolo 1231 del Codice della navigazione punisce chi non osserva leggi, regolamenti, provvedimenti dell’autorità competente in materia di sicurezza della navigazione, compresa quella aerea. In concreto scatta una piccola contravvenzione, con arresto fino a tre mesi (se il fatto non integra un reato più grave).
Quando la condotta mette concretamente in pericolo il volo, entra in gioco l’articolo 432 del Codice penale sugli attentati alla sicurezza dei trasporti, che prevede la reclusione da uno a cinque anni. Intorno a queste norme ruota poi una costellazione di fattispecie: violenza o minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio.
In base alla Convenzione di Tokyo del 1963, ratificata dall’Italia, e in base anche al Codice della navigazione (articolo 1235), il comandante dell’aereo ha poteri di polizia giudiziaria per i reati commessi a bordo: può ordinare misure per ristabilire l’ordine, far immobilizzare un passeggero, decidere un atterraggio fuori programma per sbarcarlo. All’atterraggio consegna il caso alla polizia e alla magistratura. Nessuna sanzione amministrativa standardizzata, quindi, ma una serie di strumenti penali, più pesanti e meno automatici, che di fatto vengono attivati soprattutto nelle situazioni più gravi.
Molte compagnie aeree del mondo hanno delle black-list interne di passeggeri indesiderati: elenchi non pubblici di clienti ai quali, dopo episodi di violenza, minacce o gravi turbative a bordo, viene applicato un divieto di imbarco su tutti i voli del vettore, spesso per anni.
Anche alcuni vettori low cost hanno annunciato politiche di “tolleranza zero”, con azioni civili per i danni da dirottamento ed esclusioni a tempo indeterminato.
Quello che non esiste, almeno per ora, è una super-lista unica europea dei passeggeri indisciplinati. Un’eventuale condivisione sistematica di questi dati fra compagnie e Stati membri si scontra con le regole sulla protezione dei dati personali e con i diritti fondamentali dei passeggeri.
Negli Stati Uniti la situazione è sdoppiata. Da un lato funziona la No Fly List federale, nata per ragioni di antiterrorismo dopo gli attentati dell’11 settembre; dall’altro sono in campo i blocchi delle singole compagnie, che possono escludere a vita chi ha aggredito equipaggi o messo a rischio il volo.
I tentativi di creare una no-fly list federale specifica per i passeggeri indisciplinati hanno incontrato finora forti resistenze, anche per iniziativa dell’American Civil Liberties Union.